ROMA Massimo Cardillo, direttore generale del Centro nazionale trapianti, ha annunciato il suo sostegno al cambiamento della legge per permettere alle famiglie che hanno donato gli organi di un proprio caro di poter comunicare, sotto condizioni controllate, con le persone che hanno ricevuto gli organi. Si tratta di una svolta nel settore dei trapianti in Italia.
È quello che si evince da una email inviata da Cardillo a Reg Green, il padre del bambino americano di 7 anni, Nicholas Green, i cui organi e cornee furono donati a sette italiani dopo che il bambino venne ucciso durante un tentativo di rapina in auto lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria nel 1994. «Sono certo che, in alcuni casi selezionati, la comunicazione tra familiari e riceventi potrebbe essere portata anche oltre, anche arrivando al contatto diretto, con beneficio di entrambe le parti, come tante esperienze hanno dimostrato», scrive Cardillo a Green. Per fare questo, come indicato dal Cnt, sarebbero necessari importanti cambiamenti. «Il primo è un intervento del Parlamento italiano, che dovrebbe modificare la legge oggi in vigore, che vieta esplicitamente ogni deroga al principio dell’anonimato», spiega Cardillo a Green.
«Il secondo è l’individuazione di una competente autorità sanitaria chiamata a vagliare eventuali richieste di incontro. L’assegnazione di questo ruolo, che dovrebbe essere previsto in un’eventuale modifica della legge sui trapianti, dovrebbe consentire – aggiunge – al Centro nazionale trapianti e ai Centri regionali di gestire i casi, valutare le richieste, contattare le famiglie e i pazienti, e offrire loro assistenza assicurando la più completa tutela di tutti i soggetti in causa. Faro’ del mio meglio per essere d’aiuto nel sostenere questo percorso”.
x
x