CATANZARO I commissari dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro hanno accertato il dissesto dell’ente. La situazione debitoria in cui versa l’Asp catanzarese ha infatti spinto Franca Tancredi e Salvatore Gullì, commissari dell’ente, a deliberare l’atto con il quale si certifica lo stato di disseto finanziario dell’Azienda e l’avvio della gestione straordinaria. In particolare nella delibera trasmessa al commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, Saverio Cotticelli, i due amministratori hanno segnato il quadro devastante in cui si trova l’ente. Tale appunto da esserci i presupposti per avviare la procedura di dissesto. Nella stessa delibera inoltre i Tancredi e Gullì si riservano di comunicare «l’ammontare indispensabile a questa Azienda sanitaria la regolare erogazione dei servizi istituzionali anche in relazione ai rapporti contrattuali con terzi autorizzati ed in possesso dei requisiti di legge». In altre parole senza quelle risorse l’azienda non sarebbe in grado di garantire più la copertura deis servizi socio-sanitari sull’intero territorio provinciale.
IL QUADRO FINANZIARIO Nelle quattro pagine della delibera emerge il profondo rosso in cui sono sprofondati i conti dell’Asp che dal 2014 al 2018 hanno peggiorato la performance. Se nel 2014 l’esercizio finanziario si era chiuso con una perdita pari a 7 milioni 554mila euro nel IV trimestre del 2018 si è arrivati a contabilizzare un deficit di oltre 40 milioni (per l’esattezza 40 milioni e 478mila euro). Anzi, i commissari fanno sapere che in quest’ultimo esercizio addirittura i numeri sarebbero ancor più catastrofici arrivando a superare la perdita di oltre 52 milioni di euro.
Tra le tante anomalie riscontrate dai commissari che hanno portato a far lievitare i costi dell’Asp l’aumento della voce “Manutenzione e riparazione” passata da circa 59mila euro (58.963 euro) del 2016 a 784.513 euro dell’anno successivo. In termini percentuali, si traduce in una crescita di ben 13 volte il costo in un solo anno. Un trend devastante appunto che non ha lasciato alcuna altra possibilità ai due commissari di invocare il dissesto dell’Azienda sanitaria provinciale catanzarese.
CODACONS: «GLI AUTORI DEL DISASTRO ANCORA AL LORO POSTO» «Sembra impossibile salvare l’Asp di Catanzaro. Si sono dovuti arrendere anche i Commissari che, preso atto di una situazione debitoria impressionante. Con deliberazione nr. 1188, pubblicata ieri, viene chiesto al Commissario ad acta di attivare la procedura di dissesto per l’Asp, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose». È questo il commento di Francesco Di Lieto del Codacons Calabria per la decisione adottata dai commissari. «Nell’atto in cui motivano la proposta di dissesto – afferma – i Commissari parlano di “gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei bilanci”, di “sussistenza di procedure irregolari”, specie per quanto concerne l’acquisto di beni e servizi e per gli interventi di manutenzione e di “rilevanti irregolarità di gestione”». «Debiti scaduti per mezzo miliardo – afferma ancora Di Lieto – ed una gestione che definire allegra appare un eufemismo. Un disavanzo più che quintuplicato rispetto al 2014 senza un solo manager sia stato allontanato per “manifesta incapacità”». Secondo Di Lieto, quello che emerge «si coniuga con le accertate forme di infiltrazione e condizionamento della criminalità organizzata».
«Dichiarare il “dissesto” – aggiunge – è un atto dovuto per cercare di “ripristinare la legalità” palesemente violata e per evitare ulteriori penalizzanti aggravi debitori e rilessi sulla collettività in termini di assistenza ai malati. Una situazione, insomma, terrificante». «Eppure – incalza Di Lieto – gli autori di questo disastro sono tutti al loro posto e, anzi, sembra stiano “aiutando” commissari. Nessuna meraviglia, è storia nota. La sanità è sempre stata usata per piazzare amici, amici degli amici e teste di legno, buoni solo a raccattare voti. E i risultati sono evidenti». (rds)
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