di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO A metà fra sogno, utopia e sostenibilità. Una cabinovia che metta in rete Corigliano Rossano ed i suoi quattro grandi centri urbani?
Se agli inizi del secolo scorso le teleferiche riuscivano a trasportare legname dalle falde della Sila rossanese al mare, tanto da riempire le pance dei bastimenti al molo di Sant’Angelo, perché non pensare ad un sistema di mobilità sostenibile, peraltro già discussa embrionalmente qualche decina d’anni fa per collegare Rossano Alta allo scalo.
Il progetto – seppur ambizioso ma possibile secondo gli studi – è dell’ingegnere rossanese Nilo Domanico, da diversi anni Oman per lavoro.
«Una nuova grande città – sostiene Domanico – deve poter essere “connessa” anche fisicamente, corpo ed anima devono potersi fondere per completare un percorso “d’amore”».
In questi mesi di vita della terza città della Calabria ha riflettuto molto sul come unificare il tessuto urbano di Corigliano Rossano con un sistema viario moderno, ecosostenibile ed attrattivo dal punto di vista turistico.
«Insieme all’architetto Fiorenza Matteoni – spiega – abbiamo lavorato ad un concept ed a un dettagliato studio tecnico per una cabinovia urbana che colleghi con un percorso circolare i due centri storici ed i centri urbani allo scalo. Un progetto elaborato con il cuore e da donare alla mia città con tutto il cuore».
Le moderne cabinovie urbane, secondo l’ingegnere, sono sicure e silenziose, economiche e veloci a tal punto da percorrere sei metri al secondo. Costi di investimento? «Relativamente bassi uniti a bassi costi di manutenzione e di esercizio rendono la cabinovia un’alternativa – dice ancora Nilo Domanico – economicamente conveniente ai sistemi di trasporto tradizionali».
Un’altra caratteristica «è il basso livello di emissioni (particolato, CO2). Solo 10 g di CO2 (per passeggero e per km) contro i 75 del bus ed i 300 dell’automobile».
E poi la costruzione, a suo dire, non necessita di espropri di terreni «con impatto su costi e tempi di realizzazione». Le “urban gondolas” «costano anche meno della metà di una linea tranviaria e dieci volte meno di una metropolitana, possono essere smontate e, grazie al flusso circolare, ed in base al numero delle stazioni, un passeggero può accedere a diversi punti della città in tempi molto contenuti».
Per Domanico, quindi, le cabinovie sono la soluzione intelligente ai molti problemi di mobilità che i mezzi di trasporto tradizionali non sono più in grado di risolvere. «Rappresentano un mezzo di trasporto sicuro e comodo su un piano completamente nuovo, anche letteralmente più “elevato”. Allo stesso tempo non dipendono dalle condizioni climatiche o atmosferiche e sono idonee praticamente a qualunque tipo di terreno».
Le soluzioni funicolari, ancora, studiate per «un’armoniosa integrazione nel paesaggio urbano», costituirebbero «un valore aggiunto per qualunque progetto di sviluppo urbano e rappresentano il nuovo trend per il trasporto passeggeri».
Insomma, una cabinovia apre nuove prospettive e consente ai passeggeri di godersi viste esclusive della città durante il viaggio «quali il maestoso Golfo di Sibari e la Catena del Pollino, oltre che le montagne della Sila».
E poi il funzionamento continuo ridurrebbe quasi a zero i tempi di attesa per i passeggeri. «In funzione delle esigenze e dell’impianto utilizzato – spiega ancora Nilo Domanico – è possibile un trasporto completamente automatico per volumi che vanno dalle poche centinaia alle diverse migliaia di passeggeri ogni ora. Poiché le cabinovie sono ancora considerate un mezzo di trasporto particolare, la destinazione acquisisce sempre un’attrattiva aggiuntiva».
I tempi? Secondo i calcoli di Nilo Domanico da Rossano Scalo al centro storico sono necessari 7 minuti, Corigliano Alta si raggiunge dallo scalo di Corigliano in 9 minuti con una capacità di 2400 persone all’ora.
«Il raddoppio del chilometraggio per il Trasporto Pubblico Locale approvato per la nostra città (in virtù della fusione si è passati da mezzo milione di chilometri al milione, ndr) dalla Regione, la possibilità di un rilevante intervento finanziario della società che potrebbe realizzarlo (che dispone di un vasto fondo di investimento per Project Financing) e la possibilità di utilizzo di Fondi Strutturali Europei – conclude Nilo Domanico –rendono infine l’iniziativa realmente fattibile e la possibilità di realizzarla in soli 10-12 mesi».
“Eco” ed economicamente-sostenibile, insomma. La palla passa a Stasi. (l.latella@corrierecal.it)
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