di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Ad oltre dieci giorni dalla chiusura della Cardiologia (e Utic), l’unica per tutti i 220mila abitanti della Sibaritide, nessuna buona nuova dall’ospedale di Rossano, anzi.
Da quanto si apprende gli animi sembrano ancor più esacerbati dalle misure annunciate e non applicate – al momento – con il decreto di sospensione dei ricoveri del reparto, firmato il 4 dicembre scorso.
IL PIANO B Una riunione nei giorni seguenti al provvedimento, alla presenza dei vertici dell’Asp e del sindaco Stasi, era servita per emanare il piano B: rifacimento dei lavori dei locali della cardiologia, chiusa per carenze igienico-strutturali, trasferimento momentaneo del reparto dal secondo al quarto piano della struttura in attesa dei lavori, potenziamento con emodinamica ed elettrofisiologia e contestuale impiego del personale infermieristico e medico nei Pronto soccorso e nel reparto di Medicina dello spoke di Corigliano Rossano, ormai vessato da croniche carenze di personale. Tanto da far paventare la chiusura del pronto soccorso di Corigliano nelle ore notturne.
Sulla “carta”, nel verbale sottoscritto il 5 dicembre, dei tredici infermieri della Cardiologia, otto sono previsti in servizio momentaneo la Medicina di Corigliano, cinque a Rossano. Cinque medici a turno dovrebbero garantire le consulenze cardiologiche urgenti in pronto soccorso a Rossano ed altri quattro a Corigliano. Nel provvedimento si legge anche che il personale medico del reparto (e Utic) di Cardiologia, «sarà gestito dal primario di Medicina, che di concerto col dirigente del Pronto soccorso individuerà tre medici da assegnare proprio al Ps di Corigliano».
LE PREOCCUPAZIONI Ad oggi, però, il provvedimento, a quanto pare, non è stato adottato ed il reparto rimane chiuso dopo aver esaurito i ricoveri. Il tutto fra le ormai perenni preoccupazioni di un gruppo di cardiopatici che si chiede perché il provvedimento verbalizzato non sia stato ancora adottato. Mentre nel frattempo, anche oggi, il pronto soccorso di Rossano è stracolmo, con l’astanteria piena ed il personale ridotto all’osso. (l.latella@corrierecal.it)
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