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Arancia meccanica su un disabile, in manette la gang di Corigliano

Tre giovani sono stati arrestati dai carabinieri. Si sarebbero accaniti per puro divertimento su un uomo portatore di handicap. Avevano ripreso con un telefonino l’aggressione anche a casa della vi…

Pubblicato il: 16/12/2019 – 10:43
Arancia meccanica su un disabile, in manette la gang di Corigliano

CORIGLIANO ROSSANO Il cerchio delle indagini è chiuso. Sono stati assicurati alla giustizia, i presunti autori di una violenza ai danni di un disabile di Corigliano. L’indagine, partita su impulso del reparto radiomobile della città ionica, guidato dal maresciallo Serafino Madeo, aveva permesso prima di fermare Alessio Sposato (qui la notizia) e finito agli arresti domiciliari, adesso di allargare la cerchia degli indagati anche ai fratelli Damiano e Giuseppe Giorgio Riforma oltre a Narcis Borciu. Il giudice delle indagini preliminari di Castrovillari, anche nei loro confronti ha disposto la misura restrittiva dei domiciliari. In base a quanto accertato dai carabinieri, i quattro fermati, torturavano il disabile per puro divertimento. Lo sottoponevano ad ogni tipo di umiliazione, in un episodio, facendogli anche credere di essere davanti un  fantasma. Dalle indagini dei carabinieri agli ordini del capitano Cesare Calasciabetta, è stato accertato come i ragazzi si fossero introdotti nella casa dove il disabile vive in compagnia del fratello facendo leva proprio sull’ingenuità dell’altro inquilino. Tutti e quattro rispondono del reato di tortura aggravata, violazione di domicilio ed interferenze illecite nella vita privata. I tre giovani, in concorso con un Alessio Sposato, figlio di un pregiudicato del luogo ristretto in carcere, erano entrati a casa della vittima che vive in evidente stato di abbandono e disagio sociale e avevano iniziato prima a schernirlo, poi a schiaffeggiarlo, percuoterlo e a scoprirlo ripetutamente dalle coperte che lo avvolgevano nel letto. I quattro, non contenti di quanto fatto, si compiacevano delle loro “gesta” riprendendo tutta la scena con un telefonino, il cui video veniva poco dopo pubblicato sul profilo Instagram di uno degli arrestati, rendendo le immagini visibili a tutti. Sulla base degli accertamenti compiuti dai carabinieri, delle dichiarazioni rese dal 19enne arrestato in precedenza, che avrebbe ammesso i fatti indicando i nomi dei complici negli atti persecutori compiuti verso l’uomo, nonché sulla base del sequestro del telefonino di uno dei ragazzi e delle informazioni rese da due degli indagati oltre che della refertazione medica, il Gip ha ritenuto che il caso configurasse il reato di tortura, introdotto solo recentemente nel nostro codice penale, in quanto si trattava di un trattamento “inumano e degradante per la dignità della vittima”, circondata dai suoi aguzzini, terrorizzata, schernita, schiaffeggiata, derisa, spinta in uno stato di confusione e disorientamento ed in più ripresa con dei filmati (poi diffusi in rete) in quelle umilianti condizioni. Tutto per gioco e divertimento. Agli arrestati viene contestato anche il reato di violazione di domicilio essendo entrati nell’abitazione della vittima contro la sua volontà con i volti nascosti durante i pestaggi con sciarpe od altri indumenti. Per tutti questi motivi il gip ha ritenuto sussistenti nei confronti degli indagati le esigenze cautelari ed ha applicato misura cautelare degli arresti domiciliari. (mi.pr.)

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