COSENZA Marco Miccoli ha incontrato amministratori e simpatizzanti del Partito Democratico nella Sala Nova della provincia di Cosenza. «Chi in questa fase pensa di poter stare nel Pd per interessi personali, può stare tranquillamente a casa». Il commissario della federazione di Cosenza alla presenza dei consiglieri regionali in quota dem Carlo Guccione, Giuseppe Giudicendrea e Mimmo Bevacqua ha spiegato quale sarà la sua linea di commissariamento e della campagna elettorale. «Dobbiamo costruire una bella e forte lista del Partito Democratico – ha detto Miccoli – sia con i nomi che con i contenuti», da questo nasceranno le proposte politiche da portare al candidato Pippo Callipo. «Nicola Zingaretti mi ha chiesto di essere il commissario, voglio che mi dai modo di mettere la faccia a questa battaglia. Mandando me qua, Zingaretti mi ha voluto lanciare chiaro il segnale di una sua presenza». Il componente dell’assemblea nazionale del piddì non ha menzionato mai Mario Oliverio, né fatto riferimento alle motivazioni che hanno portato al commissariamento delle federazioni di Cosenza e Crotone. «Io sono il commissario, nessuno pensi che può essere amico più di altri. Io non ho interessi sul territorio se non far vincere il partito che in questo territorio ha una storia importante». A dare il benvenuto a Marco Miccoli anche il presidente della provincia Franco Iacucci, designato dal partito quale coordinatore delle liste a supporto del candidato a presidente. Sarà un processo lungo di rinascita dalle ceneri quello dei democratici cosentini, ma questo non sembra intimorire Miccoli. «Saremo trasparenti, non verrà consentito nessun tesseramento anomalo. Le tessere si pagano, le persone devono partecipare e le voglio conoscere. Creerò i forum e i dipartimenti con chiunque ha voglia di lavorare. Voglio dare la possibilità a tutti di partecipare e valuteremo la classe dirigente in base a quello che sarà prodotto». La comunità democratica che ha deciso di dissociarsi dalla posizione di Mario Oliverio sembrerebbe essersi rigenerata sulla scorta di un nuovo entusiasmo che aldilà delle elezioni regionali porterà alla creazione di una nuova classe dirigente. «Subito dopo la campagna elettorale apriremo forum e dipartimenti e lavoreremo anche affinché il commissariamento finisca presto – conclude Miccoli -. Eviteremo le incongruenze sulle tessere di partito e lo faremo dialogando con tutti.
I FEDELI DI GUGLIELMELLI SULL’ “AVENTINO” C’è anche un altro aspetto. Cento componenti dell’assemblea provinciale del Pd di Cosenza non hanno partecipato alla riunione convocata alla presenza del commissario Marco Miccoli. In un documento, i cento componenti dell’assemblea, tra cui l’ex segretario provinciale del Pd cosentino Luigi Guglielmelli, spiegano i motivi della loro scelta “aventiniana. «Con il commissariamento delle federazioni avete consumato una grave e colpevole ingiustizia, in perfetto stile salvinista, ovvero aggressivo e prevaricatore. Senza contraddittorio, senza possibilità di replica, senza alcuna forma di ascolto… Il punto non è neanche Oliverio sì o Oliverio no, in questa impostazione da “Grande fratello” a cui vorreste ridurre la politica. Il punto è altro e alto e chiama in causa la funzione storica, prima ancora che politica, che il Pd dovrebbe esercitare come forza che fa delle differenze un valore, della capacità di sintesi una virtù. Invece – scrivono – è stata scelta la via della demonizzazione dell’altro, aprendo una guerra fratricida le cui macerie resteranno tutte in capo ai calabresi». Nel documento, i cento “ribelli” del Pd cosentino criticano la scelta del Pd di sostenere la candidatura di Pippo Callipo. «Vi ritrovate un candidato per sua ammissione elettore delle destre, attorno al quale non si sono ritrovati né il M5S, né gli altri candidati civici e, per l’appunto, neanche tutto il Pd. E su tutto, su quale gambe dovrebbe camminare il rinnovamento: su quelle di coloro i quali fino a ieri hanno lavorato fianco a fianco di Oliverio, attori protagonisti della legislatura e che oggi con incredibile disinvoltura rinnegano loro stessi?». La conclusione dei “dissidenti”: «E’ stato depositato il ricorso con il quale chiediamo che venga dichiarato illegittimo il commissariamento e vengano reintegrati gli organismi democratici e legittimi. Non abbiamo, infine, mai inserito il nome del candidato nel simbolo del partito proprio per non privatizzare il nostro patrimonio politico collettivo, lo fate ora invece e lo troviamo inopportuno e sbagliato soprattutto perché Callipo non è iscritto al partito e non appartiene neppure al nostro campo politico».
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