Sanità, sit-in dei comunisti davanti Palazzo Campanella

REGGIO CALABRIA Sit-in degli attivisti del Partito comunista lunedì mattina davanti la sede del Consiglio regionale per denunciare lo stato di abbandono in cui versa la sanità pubblica calabrese. In una nota gli esponenti del Partito hanno scritto che sono tanti a parlare di «malasanità ma nessuno dice che l’unico modo per cambiare le cose è modificare lo Stato che deve garantire tale sanità». «Uno Stato – hanno aggiunto – che deve essere responsabile diretto della salute dei cittadini e non deve delegare ai privati né i servizi sanitari né il finanziamento della spesa che serve per garantirli».
«In entrambi i casi – sostengono i militanti comunisti – il privato infatti chiede in dazio il doppio o il triplo della spesa, con rimborsi record ed interessi sul debito. In più vogliamo una gestione centralizzata e solidaristica delle risorse sul piano nazionale, basta con regioni di serie A e B, e nomine dirigenziali con graduatorie e concorso pubblico».
«Questa è la lotta di tutti – concludono – dovremmo essere tutti uniti portandola avanti, soprattutto in una regione come la Calabria dove il servizio sanitario è sotto commissariamento da dieci anni dove ormai mancano figure professionali fondamentali come gli anestesisti».