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"Traditi" dalle finte divise, «così abbiamo incastrato la banda del portavalori»

Il procuratore di Reggio Calabria Bombardieri: «Decisivo l’intuito degli agenti di scorta di un magistrato della Dda». Il questore Vallone: «Potenziare i sistemi di sicurezza passiva». Sequestrati …

Pubblicato il: 16/12/2019 – 15:15
"Traditi" dalle finte divise, «così abbiamo incastrato la banda del portavalori»

REGGIO CALABRIA «Un tentativo di rapina messo a punto in ogni particolare e solo grazie all’intuito di due poliziotti di scorta ad un magistrato è stato possibile sventarla e identificare gli ideatori». Lo ha detto il Procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nella conferenza stampa indetta a seguito dell’operazione “Fake identity”, che ha portato all’arresto di cinque persone con precedenti (qui la notizia).
«I movimenti sospetti – ha proseguito Bombardieri – di due persone in divisa da poliziotto dinanzi ad un centro commerciale di viale Calabria, nella periferia sud della città, sono stati notati da due addetti alla sicurezza di un magistrato e grazie agli impianti di sicurezza e di telecamere della zona, siamo riusciti a ricostruire ogni particolare della vicenda».
«Abbiamo operato in una situazione di difficoltà – ha sottolineato il questore Maurizio Vallone – e solo la grande professionalità degli operatori delle “volanti” e della squadra mobile, ci ha permesso di raggiungere questo importante obiettivo. Mi auguro che i sistemi di sicurezza passiva, dimostratisi molto efficaci, siano potenziati nella zona ed anche nel resto della città».
«L’individuazione dei responsabili del tentativo di rapina – ha detto il procuratore aggiunto Dominijanni – evidenzia le qualità degli operatori di polizia. Grazie a loro, oltre che gli indagati travisati da poliziotti, abbiamo anche individuato e denunciato gli altri componenti del gruppo di rapinatori che indossavano delle divise in uso agli operatori ecologici e, sotto il giaccone un giubbotto antiproiettile, segno evidente che non temevano di fare ricorso alle armi». Per il dirigente della squadra mobile, Francesco Rattà, che ha diretto le indagini, «l’intervento dei colleghi delle scorte che hanno segnalato la presenza anomala di due poliziotti in divisa la mattina presto che confabulavano con un presunto operatore ecologico, ha giovato alle indagini».
Nelle abitazioni degli arrestati sono stati sequestrati una macchinetta conta soldi, circa diciassettemila euro in contanti, due giubbotti antiproiettile, guanti e passamontagna.
A conclusione Bombardieri ha ringraziato il capo della polizia Franco Gabrielli per avere destinato alla Squadra mobile di Reggio nove ispettori destinati al potenziamento investigativo.

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