di Giorgio Curcio
FALERNA «Vogliamo educare i giovanissimi al web e far conoscere loro le tante criticità che esistono per poter agire con maggiore consapevolezza». Il Corecom Calabria (Comitato regionale per le comunicazioni e organo funzionale dell’Agcom) scende in campo per affrontare una delle sfide più importanti e difficili, ovvero fornire le informazioni e gli strumenti necessari ai più giovani per orientarsi nel mondo del web. Quello del Corecom calabrese è un nuovo progetto organizzato su tutto il territorio calabrese e che vede la collaborazione di numerosi istituti scolastici, dirigenti, docenti e famiglie. Le insidie del web, dunque, ma anche l’uso (e spesso l’abuso) dei social network: problematiche che, nel corso degli ultimi anni, hanno visto crescere esponenzialmente numeri e percentuali, interessando in maniera sempre più preoccupante i minori.
IL PROGETTO Nel progetto ideato dal Corecom Calabria, con la partecipazione dell’Associazione Famiglie in-Attesa, equipe di esperti (psicologi, avvocati e giornalisti) saranno impegnati nell’interazione con i ragazzi, affrontando casi emblematici, utilizzando un linguaggio specifico e comunque aderente all’età dei giovani studenti. «I rischi – racconta al Corriere della Calabria Frank Mario Santacroce del Corecom Calabria – sono davvero tanti. Non parliamo solo di cyber-bullismo, ma anche di ludopatia e fake-news. Una serie di fenomeni che non interessano evidentemente solo il mondo dei più giovani ma tutta la società civile. Noi però – dice ancora Santacroce – con questi progetti cerchiamo di mettere nelle condizioni i giovani di raggiungere una maggiore consapevolezze e affrontare con più serenità tutto il mondo legato al web».
L’IMPEGNO DEL CORECOM «Noi come Corecom – continua Santacroce – monitoriamo costantemente i contenuti web e televisivi. Qualche giorno fa, inoltre, abbiamo presentato una proposta di legge regionale sugli interventi di contrasto al fenomeno del cyber-bullismo. È di fatto la prima legge organica fatta in Calabria (al pari delle altre regioni italiane) per creare un sistema di programmazione a 360 gradi sulla gestione e la prevenzione sui fenomeni di rischio sul web». Tra gli esperti che hanno preso parte alla tappa di Falerna, anche Nancy Ramondino, avvocato ed esperta di pedagogia familiare: «Quando abbiamo chiesto ai ragazzi quale era la loro capacità di relazionarsi con i genitori e il tempo trascorso all’interno della famiglia per poter giocare o utilizzare i servizi web, nessuno di loro ha dato un riscontro positivo. Quindi crediamo e speriamo che sia una grande partecipazione dei genitori a questo progetto».
https://youtu.be/SG5OLmbP-KY
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