CATANZARO Il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, il presidente del Consiglio comunale Carmine Quercia e il consigliere regionale Giuseppe Aieta questa mattina hanno inscenato una protesta nella sede della Regione, a Catanzaro, per chiedere la riapertura del punto nascita dell’ospedale di Cetraro, le cui attività sono sospese dallo scorso agosto a causa di varie criticità riscontrate durante le ispezioni disposte dal ministero della Salute e dalla Regione per fare luce sul decesso di una donna di 36 anni, morta per un’emorragia poche ore dopo il parto.
La pacifica e simbolica occupazione è stata poi sospesa in serata, a seguito di un incontro con il commissario alla sanità Saverio Cotticelli. Il sindaco di Cetraro ne ha dato notizia su Facebook spiegando come il soggetto competente per l’istruttoria tecnica predisporrà apposita relazione evidenziando il superamento delle criticità del punto nascite e la successiva riapertura per i parti fisiologici a basso rischio. «Nel contempo – ha scritto Aita – il generale Cotticelli ha autorizzato la spesa di 270 mila euro per i successivi lavori di ammodernamento. In sostanza il punto nascite di Cetraro diventerà il più idoneo dell’intera regione».
LA MATTINATA IN REGIONE Il sindaco, il presidente del Consiglio comunale di Cetraro e il consigliere regionale, hanno occupato simbolicamente un locale della sede della Regione, chiedono, in particolare, che da parte dell’Ufficio del commissario ad acta della sanità calabrese venisse firmato il decreto di riapertura, già sottoscritto dal Dipartimento regionale Tutela della Salute dopo che alcune criticità riscontrate dagli ispettori sono state sanate.
«Abbiamo trovato – aveva dichiarato questa mattina il sindaco Aita – la disponibilità nel generale Cotticelli ma c’è un’evidente contraddizione nella struttura commissariale, inoltre è stato chiesto un parere al ministero che a quanto pare non arriverà mai. Non è più tollerabile che le nostre madri partorienti, non solo di Cetraro ma di tutto il Tirreno cosentino non abbiano risposte. In questi mesi abbiamo perso 400 parti, che sono andati fuori Calabria, la maggior parte nelle cliniche private perché l’ospedale di Cosenza è ormai saturo».
Aita aveva concluso dicendosi «pronto anche a dormire nella sede della Regione fino a quando il punto natale di Cetraro non sarà riattivato».
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