CATANZARO Alfonso Iadevaia, Primo Dirigente della Polizia di Stato, è il nuovo Dirigente della Squadra Mobile della Questura. Iadevaia ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza, il Diploma di specializzazione in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione e l’Abilitazione all’esercizio della professione legale.
E’ in servizio nei ruoli della Polizia di Stato dal 2000, dopo aver vinto il concorso per Commissario e aver frequentato il corso di formazione presso l’Istituto Superiore di Polizia.
E’ stato Dirigente della Squadra Mobile in tre Questure: a Biella da febbraio 2001 a dicembre del 2003, a Novara da gennaio 2004 ad ottobre 2009, da tale data e fino a gennaio 2012 ad Agrigento.
Fino a dicembre 2016, ha svolto l’incarico di Direttore di Sezione presso la I^ Divisione del Servizio Centrale Operativo (SCO), nel medesimo periodo, per la grande esperienza maturata anche nel campo dell’immigrazione, è stato nominato nel mese di luglio del 2015, consulente ed Ufficiale di collegamento della Polizia di Stato presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti della Camera dei Deputati. Negli ultimi tre anni, ha diretto la Squadra Mobile di Brescia.
Nel suo percorso professionale ha condotto e partecipato a numerose e importanti indagini sulla criminalità organizzata, alcune delle quali hanno portato alla cattura di latitanti esponenti di spicco della mafia. Tra queste quella culminata con l’arresto a Marsiglia del boss latitante Giuseppe Falsone.
PRESENTATO IL CALENDARIO DELLA POLIZIA Durante la conferenza è stato presentato il calendario 2020 della Polizia di Stato, realizzato dal fotografo Paolo Pellegrin. «Nei 12 mesi – ha sostenuto il questore Di Ruocco – sono stati ripresi gli sguardi dei poliziotti e volevo sottolineare gli sguardi di due donne, nei mesi di maggio e ottobre. Il calendario, ormai da 20 anni, è legato all’Unicef ed il ricavato della vendita andrà in parte all’Unicef ed in parte all’associazione Marco Valerio, il nostro fondo di assistenza per i poliziotti che hanno figli con patologie gravi e rare».
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