Se la politica fosse un lavoro “normale”, il centrodestra – al netto dei giorni festivi – avrebbe sei giorni per annunciare il proprio candidato governatore. Dato che la politica non è un lavoro normale, i leader nazionali che hanno avocato a sé la scelta del nome, di giorni ne hanno addirittura dieci. Dopo cene ad Arcore, conference call e ondeggiamenti tra “non c’è fretta” e “il tempo è poco” (gli ultimi due sono entrambi copyright di Matteo Salvini), la coalizione si è fermata. E forse potrebbe tornare al punto di partenza. Secondo il retroscena offerto martedì dall’Adnkronos, dall’ultimo confronto Berlusconi-Salvini-Meloni è spuntata l’ipotesi di un “mister X”. Quel “mister X” (magari non l’unica opzione ma una delle più probabili) potrebbe essere Roberto Occhiuto. Cerchiamo di capire perché.
STALLO ALLA MESSICANA Se fosse un film western sarebbe uno stallo alla messicana: tre contendenti si tengono sotto tiro a vicenda, nessuno vuole cedere. Nel caso del centrodestra ci sono i patti “nazionali” da mantenere, il “caso Fitto” in Puglia (Giorgia Meloni vuole un impegno scritto per mantenere il proprio candidato) e il nodo calabrese da sciogliere. Tutti sotto tiro, appunto. Nel quadro si inserisce l’impossibilità (allo stato attuale) di trovare un candidato che tenga insieme Forza Italia. Jole Santelli sembrava a Berlusconi la scelta giusta, ma dopo i rumors filtrati nei giorni scorsi, i fratelli Mario e Roberto Occhiuto hanno lasciato intendere che sarebbero andati avanti lo stesso. La coalizione vuole evitare una frattura che potrebbe compromettere il risultato elettorale.
QUANTO (NON) CONTANO I CALABRESI Tutto quello che (non) succede, tra l’altro, avviene mentre i livelli locali della coalizione vengono totalmente scavalcati. Forza Italia si affida alle decisioni di Berlusconi, Fratelli d’Italia conta esclusivamente sulla mediazione di Giorgia Meloni (che, concentrata sulla Puglia, ha già detto di essere disponibile ad appoggiare qualsiasi nome in Calabria), la Lega ha già un uomo solo al comando che si interfaccia con il commissario Invernizzi. I calabresi, insomma, contano pochissimo.
LA NASCITA DI “VOCE LIBERA” Intanto, il solco per venirne fuori è strettissimo. Il sindaco di Cosenza ha già iniziato la raccolta delle firme per la presentazione delle liste. E, in un contesto già molto agitato, si è inserita la mossa di Mara Carfagna, con la creazione di “Voce libera”, nuova area forzista. La leader spiega che lo scopo del movimento non è quello di affrancarsi da Fi, ma nello scenario delle spaccature territoriali, il nuovo contenitore offre una possibilità di dialogare con altre aree politiche. Va da sé che glo Occhiuto, già vicini nel frangente politico a Carfagna, sono considerati da molti osservatori come i referenti calabresi di “Voce libera”. Tutti i segnali portano nella stessa direzione: con Santelli in campo al posto di (Mario) Occhiuto lo strappo appare più che probabile. Ed è per questo che il nome di (Roberto) Occhiuto torna d’attualità. Quasi tutti, in Calabria, si aspettavano che Berlusconi lo mettesse sul piatto nella cena di Arcore, del 6 dicembre, quando, invece, tra un branzino e un flan di tartufo, saltò fuori l’ipotesi di candidare la coordinatrice regionale di Forza Italia. Mossa pensata per risolvere i contrasti. Che, al contrario, sono diventati più laceranti. Dalla soluzione immaginata si è passati allo stallo alla messicana. Resta da capire quanta fretta abbiano i tre leader nazionali di sciogliere i nodi. In fondo, per la Calabria, hanno sei giorni. O addirittura dieci.
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