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I colletti bianchi coinvolti: arresti per Pittelli, Incarnato e il sindaco di Pizzo, divieto di dimora per Adamo

Altri avvocati e imprenditori arrestati nel blitz della Dda di Catanzaro che ha portato a 334 arresti. Coinvolti anche l’avvocato Stilo, l’ex consigliere regionale Giamborino e il presidente di Sor…

Pubblicato il: 19/12/2019 – 6:40
I colletti bianchi coinvolti: arresti per Pittelli, Incarnato e il sindaco di Pizzo, divieto di dimora per Adamo

CATANZARO Coinvolto nel blitz anche uno dei più noti penalisti calabresi. Si tratta di Giancarlo Pittelli, che vanta anche un passato di impegno politico. Secondo quanto riferito dagli investigatori «avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale». 
Dalle indagini sarebbero inoltre emersi anche i rapporti diretti tra Pittelli, iscritto al Grande Oriente d’Italia, e Luigi Mancuso, uno dei boss dell’omonima cosca. Eletto deputato nel 2001, candidato per la Casa delle Libertà nel collegio uninominale di Soverato, è stato – in quella legislatura – membro della commissione Giustizia alla Camera dei deputati. Per due anni è stato presidente della società calcistica del Catanzaro. Per Pittelli altre due esperienze in parlamento: nel 2006 e nel 2008, sempre nel centrodestra.
Altri avvocati sarebbero indagati nell’operazione “Rinascita-Scott” che si è abbattuta questa mattina sulle cosche del Vibonese facenti capo al clan Mancuso di Limbadi portando a 334 arresti (sono 416 nel complesso le persone indagate). E, tra le persone coinvolte, ci sarebbe anche il sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo, 37 anni, eletto per la seconda volta sindaco di Pizzo nel 2017. Callipo è stato, nel 2015, candidato alle Primarie del centrosinistra. Callipo è anche presidente di Anci Calabria. Altro legale coinvolto sarebbe l’avvocato Francesco Stilo, già difensore di Andrea Mantella, pentito del Vibonese, e avvocato dell’uomo che, qualche settimana fa, ha cercato di varcare la frontiera tra Italia e Svizzera con un assegno da 100 milioni di euro. In carcere anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino ritenuto formalmente affiliato alla locale di Piscopio. Il politico, secondo l’accusa, avrebbe intessuto legami con alcuni dei più importanti appartenenti alla ‘ndrangheta vibonese per garantirsi voti ed appoggi necessari alla sua ascesa politica, divenendo, di fatto, «uno stabile collegamento dell’associazione con la politica calabrese, funzionale alla concessione illecita di appalti pubblici e di posti di lavoro per affiliati o soggetti comunque contigui alla consorteria».
Disposti i domiciliari, invece, per il commissario della Sorical Luigi Incarnato, coinvolto in un presunto episodio di corruzione elettorale nel corso della campagna per le Politiche 2018.
Misura cautelare anche per Nicola Adamo, ex vicepresidente della giunta regionale, già segretario dei Ds e storico esponente del centrosinistra (nonché uno dei personaggi più vicini all’attuale governatore Mario Oliverio). Ad Adamo, secondo quanto si apprende, sarebbe stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora, è indagato per traffico di influenze. Tra gli indagati anche Vincenzo De Filippis, esponente dell’Msi, poi in Alleanza Nazionale, assessore all’Ambiente per pochi mesi nell’esecutivo guidato da Elio Costa, nel 2015. Tra gli arrestati anche l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, adesso comandante provinciale a Teramo.
Tra gli arrestati figurano anche Filippo Nesci, comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia, ritenuto responsabile di episodi di corruzione in favore di esponenti dell’associazione, ed Enrico Caria, all’epoca dei fatti comandante della Polizia locale di Pizzo che, in concorso con Callipo, avrebbe agito nell’interesse dei Mazzotta, egemoni sul territorio, adottando condotte perlopiù omissive.
L’OPERAZIONE L’imponente operazione, frutto di articolate indagini durate anni, oltre alla Calabria interessa varie regioni d’Italia dove la ‘ndrangheta vibonese si è ramificata: Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata. Alcuni indagati sono stati localizzati e arrestati in Germania, Svizzera e Bulgaria in collaborazione con le locali forze di Polizia e in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria di Catanzaro. (aletru)
GLI ARRESTATI  I primi nomi diffusi dagli inquirenti coinvolti nell’operazione oltre all’avvocato Pittelli e al sindaco di Pizzo Callipo, sono:
Luigi Mancuso, boss dell’omonima cosca di Limbadi
Filippo Nesci, comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia
Pasquale Gallone di Nicotera
Francesco Gallone, di Nicotera,
Gianfranco Ferrante, imprenditore nel settore della ristorazione
Antonio Prestia, imprenditore edile di San Calogero
Domenico Anello di Curinga
Agostino Redi di Limbadi
Emanuele La Malfa di Nicotera
Danilo Tripodi, impiegato del Tribunale di Vibo Valentia
Lello Tomeo di Nicotera
Salvatore Tulosai di Vibo Valentia
Vincenzo Mantella di Vibo
Leoluca Lo Bianco (detto “U Rozzu”)
Michelino Scordamaglia
Salvatore Furlano
Domenico (Mommo) Macrì
Domenico Camillò di Vibo Valentia
Giuseppe Camillò, di Vibo Valentia
Carmelo D’Andrea (alias “Coscia Agnejiu)
Giovanni D’Andrea, di Vibo Valentia
Antonio Lopez, tutti di Vibo Valentia
Giovanni Giamborino di Piscopio
Antonino Barbieri di Pannaconi di Cessaniti
Michelangelo Barbieri di Pannaconi di Cessaniti
il boss Antonio La Rosa di Tropea (alias “Ciondolino”)
Francesco La Rosa di Tropea (alias “U Bimbu”)
Antonio Scrugli, fruttivendolo di Vibo Valentia
Francesco Isolabella, imprenditori di Pizzo Calabro
Carmelita Isolabella, Pizzo Calabro
Daniele Pulitano, Pizzo
Luigi Vitrò
Caterina Pettinato
Mario Artusa, l’imprenditore nel settore abbigliamento di Vibo
https://youtu.be/CXvMvZRlgCY

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