Ultimo aggiornamento alle 23:12
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Il "Papa Giovanni" acquistato con un giroconto e i 10mila euro come "apporto alla zia"

Secondo i finanzieri Franco La Rupa, utilizzando i conti cointestati con il figlio, avrebbe utilizzato i soldi ricavati dalla vendita di una partita d’olio per comprare l’immobile di Serra d’Aiello…

Pubblicato il: 20/12/2019 – 19:33
Il "Papa Giovanni" acquistato con un giroconto e i 10mila euro come "apporto alla zia"

di Michele Presta
COSENZA
Come abbia fatto Franco La Rupa ad acquistare il compendio immobiliare del Papa Giovani di Serra d’Aiello è spiegato nelle carte dell’inchiesta “Mosca Bianca” condotta dalla guardia di finanza sotto la direzione della Procura di Paola diretta da Pierpaolo Bruni.
Le fiamme gialle hanno messo in fila una serie di movimenti bancari fatti dall’ex primo cittadino di Amantea su un conto intestato al figlio, ma sul quale aveva delega ad operare. Il collegamento dell’inchiesta che riguarda la presunta percezione indebita di finanziamenti europei, ottenuti per foraggiare la produzione di olio bio, e gli illeciti contestati circa l’utilizzo di pesticidi non contemplati nel disciplinare è spiegato dal volume d’affari messo in piedi nel corso degli anni da padre e figlio. Sono i quattrini inquadrati come provento della vendita a dell’olio a finire sul contocorrente della curatela dell’ex istituto che si occupava di assistenza agli anziani.
Nel luglio del 2016, infatti, l’impresa agricola intestata ad Antonio La Rupa ma di fatto amministrata da Franco (così sostengono le fiamme gialle a conclusione delle indagini preliminari) riceve il pagamento di 150mila euro a seguito della vendita di una consistente partita d’olio ad un distributore calabrese. «Dalle motivazioni bancarie esaminate – viene riportato nei documenti dell’inchiesta – è stato possibile riscontrare che il giorno successivo alla data di valuta dell’ultimo assegno bancario incassato, ovvero il 29 luglio del 2016, Antonio La Rupa, ha disposto allo sportello un bonifico di 168mila euro avente quale causale la “restituzione di somme apportate all’azienda” indirizzato ad un secondo conto corrente bancario aperto qualche giorno prima (in concomitanza con le operazioni di pagamento del concessionario, ndr)». Anche sul secondo conto bancario oltre ad Antonio, l’altro delegato ad operare è Franco La Rupa. «Appare di tutta evidenza come le operazioni bancarie abbiano avuto quale scopo quello di creare ostacolo nell’individuazione di qualsiasi collegamento tra l’origine del profitto illecito ed il suo reimpiego nell’acquisto del compendio immobiliare. Ricevuto il pagamento inerente alla vendita illecita di olio, Antonio e Franco la Rupa, hanno provveduto immediatamente a trasferire il denaro sul un nuovo conto corrente». Dal nuovo conto, la cifra è stata poi rinvestita per l’acquisto del compendio immobiliare di Serra D’Aiello e secondo gli investigatori, il giroconto di soldi, è la base per ascrivere agli indagati l’accusa per il reato di autoreciclaggio.
I SOLDI A “IL SORRISO” Il giro di soldi che passano attraverso l’impresa dedicata alla produzione di olio bio, però, non si ferma agli immobile dell’ex Papa Giovanni. I finanzieri annotano anche i 10mila euro che tramite bonifico bancario finiscono nelle casse dell’associazione “Il Sorriso”. È Maria Pia La Rupa sorella di Franco a gestire l’organizzazione che riceve il contributo finanziario giustificato dalla causale “apporto alla zia”. «Suddetta associazione è stata oggetto di interdittiva nell’ambito di accertamenti antimafia espletati poiché intendeva stipulare un contratto di servizi da erogare attraverso un centro di accoglienza straordinaria per immigrati allocato presso la sede operativa di Cleto». A giustificare i controlli degli uffici prefettizi, proprio il legame di sangue tra i due. Franco La Rupa, infatti, è noto alle forze dell’ordine. Fu coinvolto nell’operazione “Omnia” della Dda di Catanzaro e condannato a tre anni di reclusione oltre alla sospensione di 5 mesi di interdizione dai pubblici uffici per aver stretto accordi con Antonio Forestefano per scambio elettorale –politico mafioso. Finì anche nell’operazione “Nepetia”, ma in questo caso venne assolto. Mentre è ancora in corso il processo per minaccia e usura nei confronti di due soggetti e riconducibili alle elezioni amministrative di Amantea.
LA VISITA A CASA DEL MARESCIALLO DELLA GUARDIA DI FINANZA Tra gli episodi contestati in “Mosca Bianca” è finita anche la visita con tanto di doni pasquali a casa del maresciallo della guardia di finanza della tenenza di Amantea. «Franco La Rupa, e sua nipote si sono presentati portandomi 4 polli, una bottiglia di grappa, una pastiera e una cassetta grande di frutta fresca». Riferisce l’ufficiale delle fiamme gialle ai magistrati. «Quando sono entrati erano presenti solo mio figlio e mia moglie ma non ho assistito alla consegna dei doni. I due non si sono fermati sull’uscio ma sono entrati fisicamente in cucina dove hanno depositato i beni in argomento». Il finanziere ha raccontato che non appena la famiglia lo ha avvisato circa la visita, ha preso i doni e li ha sistemati fuori dalla sua abitazione. In quel momento stava svolgendo delle attività di controllo circa le autorizzazioni di vendita e somministrazioni di alimenti al Polo scolastico di Amantea e che riguardavano proprio la moglie di Franco La Rupa. Ma tante sono le investigazioni svolte negli anni dal maresciallo. Tra il 2016 e il 2017 ha ricevuto delega di indagine circa le attività del Cas di Cleto e gestito da Maria Pia La Rupa, ma anche le deleghe di indagine circa la condizione di Franco La Rupa quale dipendente di Calabria Verde. «Non riesco a intuire quali siano le motivazioni di questo gesto, atteso che non ci lega nessun tipo di rapporto amicale né diretto né indiretto», sostiene il finanziere. Per il gip di Paola, non trovano riscontro le dichiarazioni di Franco La Rupa circa la giustificazione che sia andato a casa del maresciallo per fare un piacere alla sorella Maria Pia. «Indipendentemente da chi sarebbe stato il mittente non avremmo gradito». (m.presta@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x