Ultimo aggiornamento alle 7:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

“Gaia” la galleria d’arte indipendente che a Cosenza vuole rigenerare la città vecchia

Sarà attiva e visitabile dal 22 dicembre. Tre aree dedicate a mostre di livello nazionale, altre di tipo più locale. Spazi dedicati alle produzioni fotografiche di laboratori fatti con bambini, cos…

Pubblicato il: 21/12/2019 – 14:27
“Gaia” la galleria d’arte indipendente che a Cosenza vuole rigenerare la città vecchia

di Michele Presta
COSENZA –
Una metà della spina dorsale di Palazzo Cosentini non c’è più. È stata demolita. A Cosenza il centro storico cade a pezzi e per motivi di sicurezza in alcune circostanze si preferisce demolire invece che recuperare. Gli intonaci e i calcinacci di laterizi sono stati smaltiti da tempo, ma nella parte buona e viva del palazzo un’ala è occupata da famiglie che altrimenti non avrebbero un tetto sotto il quale dormire, l’altra ospita una galleria d’arte indipendente. La gestisce il collettivo “Gaia”, all’interno del progetto “Case di quartiere”, che mese dopo mese ha organizzato passeggiate e bivacchi culturali nel centro storico bruzio per recuperare i soldi da utilizzare per finanziare la ristrutturazione delle ampie stanze. Le pietre di fiume incastonate nelle pareti portanti, un ampio portone in legno ed il lucernario che si raggiunge dopo una lunga serie di rampe di scale rendono il senso del tempo di un palazzo talmente antico da essere prima villa dei baroni Cosentini, poi con l’arrivo delle giubbe rosse di Garibaldi sede del comitato insurrezionale di Calabria Citra e infine nel 1887 uno degli hotel di lusso del sud Italia che ospitava cene e balli di gala. Nel 900, palazzo Cosentini, finisce nelle mani degli enti pubblici. Sfumano i progetti e le buone intenzioni restano incatenate ai «faremo» ma il palazzo finisce comunque nella storia collettiva della città diventando il primo spazio occupato e consegnato ai bisognosi. Adesso è arrivata l’ora dell’arte. Rinascita dove tutto sembra sfiorire, punto di resistenza e presidio di chi sogna che gli architravi culturali possano rigenerare la vita sociale del centro storico. Poco importa se l’umidità sale dal pian terreno e raggiunge le travi in legno del soffitto dove delle luci di un giallo caldo illuminano le pareti. Dal 22 dicembre la Galleria di arte indipendente e autogestita di Cosenza prenderà vita. Per il primo ciclo di mostre una sezione sarà dedicata a “Room 408”. Sono gli scatti fotografici di Giacomo Greco che ha seguito il comitato “Prendocasa” nelle occupazioni dell’ex Hotel Centrale di Cosenza, di via Savoia e dello stabile delle suore Canossiane. Gli scatti rappresentano la vita quotidiana delle famiglie che grazie alle occupazioni hanno riscoperto il senso della parola dignità. Sulla carta fotografica sono finiti gli scambi di vita vissuta. Persone che non si sentono fenomeni da baraccone da mettere in mostra ma che con il fotografo hanno instaurato un rapporto talmente intimo da considerarlo parte di una famiglia. «La nostra non è una galleria d’arte tradizionale – dicono gli membri del collettivo -. Noi siamo fortemente legati agli umori della città e all’umidità del palazzo che occupiamo». L’obiettivo è quello di far ruotare delle esposizioni ogni trenta o cinquanta giorni, anche se alcune mostre saranno permanenti perché frutto di laboratori all’interno degli spazi della galleria. Così è per “Gioco di Luce” il laboratorio fotografico tenuto da Francesco Mazzei che ha coinvolto i diversi bambini.  Il loro mondo è passato attraverso l’obiettivo e riprodotto in fotografie che saranno esposte. «Ci prenderemo cura della bellezza anche  se tutto crolla» assicurano gli animatori di Gaia. “Dimore di Memorie” di Giuseppe Apollonio è l’altra esposizione. Apolonio con la sua arte prova a realizzare un tentativo di immaginare lo spazio urbano aldilà della gravità e del tempo. Sulla scia de “Le città invisibili” di Italo Calvino, cerca di immaginare città strutturate riprodotte come apparati funzionali non come organismi autofagocitanti. In fine, “Archeologia del presente”. Questa è l’esposizione più legata al territorio dove sorge la galleria. Cocci di ceramiche, vecchi fogli, ninnoli e cose che all’apparenza sembrano inutilizzabili sono state raccolte grazie all’aiuto di chi vive la città vecchia. Saranno esposte e inserite in una mappa sensoriale della città attraverso la quale scoprire il senso vero di una città antica che lotta contro il tempo e l’abbandono per cercare di non scomparire a se stessa. In Gaia la filosofia di arte è quella del senso greco del termine, nell’abilità dietro una mansione qualsiasi. È per questo che tra le pareti di palazzo Cosentini troverà sempre riparo il manufatto dell’artigianato. «Lavoreremo anche sui suoni urbani e le testimonianze del centro storico. Case e botteghe ci hanno aperto le loro porte, noi attraverso Gaia speriamo di aprire quelle porte all’intera città». (m.presta@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x