CATANZARO «Il denaro oggi la fa da padrona». Quando mancano due settimane alle Politiche del marzo 2018, Pietro Giamborino, ex consigliere regionale di Pd e Margherita finito ai nell’inchiesta Rinascita Scott parla al telefono con il presidente della Camera di Commercio di Vibo, Michelino Lico. E spiega: «Lo sai che mi ha detto… compare Nicola… se avevo denari che non mi servivano… 50 mila (euro, ndr), su Cosenza… acchiappava 5 mila voti in più». L’intercettazione, contenuta negli atti della maxi operazione, è stata pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano. Per gli investigatori «compare Nicola» è Adamo, che «gli avrebbe chiesto 50mila euro per acquistare 5mila voti su Cosenza per favorire la campagna elettorale della moglie Enza Bruno Bossio, candidata alla Camera». Adamo è indagato in Rinascita Scott per altri presunti reati, mentre Bruno Bossio non compare nell’inchiesta. E i carabinieri non hanno trovati riscontri alle parole dell’ex consigliere regionale.
I racconti di Giamborino riportano, poi, gossip politici. Uno riguarda l’ex parlamentare Bruno Censore. Che avrebbe voluto, nella passata legislatura, un posto in Commissione antimafia ma «gliel’ha impedito Nicola Adamo e hanno messo la moglie Enza». Alle scorse Politiche, invece, Censore – candidato per il Pd – «secondo le considerazioni di Giamborino – scrivono i pm –avrebbe condotto la campagna elettorale con il supporto di Vito Pitaro», altro dirigente del Pd (nel frattempo passato al centrodestra) ed entrambi «si sarebbero avvalsi dell’appoggio di esponenti della criminalità locale per garantirsi il bacino di voti». Il discorso si sofferma sulle frequentazioni “imbarazzanti” di Pitaro, che non è indagato al pari di Censore. Poi Giamborino, in quella fase contrapposto a Censore, spiega di aver dirottato i voti sul centrodestra «per far valere il voto doppio». E mette in rilievo la debacle elettorale del centrosinistra a Piscopio, area nella quale il suo peso politico sarebbe capace di spostare centinaia di consensi.
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