CHIUSI Il Comune di Chiusi (Siena) è costretto a bandire un nuovo appalto per completare il palazzetto dello sport, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello per la candidatura a città europea dello sport 2020. Motivo, i lavori sono stati bloccati a causa di infiltrazioni mafiose, da parte di cosche in odore di ‘ndrangheta, nella ditta aggiudicataria dell’appalto. Un lavoro da 330mila euro necessario all’urbanizzazione finale dell’area. Il Comune toscano ha dovuto fatto scattare il recesso dal contratto dopo che la prefettura di Vibo Valentia ha emesso un’interdittiva antimafia. I lavori sarebbero dovuti partire a novembre 2019 ma a questo punto il ritardo è netto. «Questo era il cantiere più importante per il quale era prevista l’inaugurazione entro l’estate e l’utilizzo della struttura per l’anno europeo della sport – ha detto il sindaco di Chiusi, Juri Bettollini, amareggiato dalla vicenda -. Ora dovremo dare corso ad un nuovo appalto ed inevitabilmente si allungheranno i tempi previsti».
Secondo Bettolini, «l’evidenza è che le modifiche, apportate dai vari governi che si sono susseguiti, al codice degli appalti non funzionano» perché «il risultato è che le aziende del posto hanno sempre meno probabilità di vincere appalti della libera concorrenza ma i tentativi di infiltrazione mafiosa non sono stati arginati».
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