CATANZARO La fuga dalla Calabria riguarda anche i giovani imprenditori. Oltre un quinto di “under 35” tra il 2011 e il 2018 ha scelto di realizzare la propria attività fuori regione. È quanto emerge dall’ultimo report di Unioncamere che ha passato in rassegna il comportamento dei giovani imprenditori italiani in quel lasso di tempo. Confermando che l’emorragia demografica in atto nella regione interessa soprattutto giovani cervelli. Dunque non solo laureati che vanno fuori dalla Calabria ad occupare posti dirigenziali e professioni ad alto profilo aggiunto, ma anche, appunto, giovani che hanno idee d’impresa e considerano non produttivo realizzarle nel proprio territorio d’origine. Stando a questo rapporto, il tasso di giovani imprenditori nati in Calabria che operano in altre regioni sfiora i 22 punti percentuali (per l’esattezza 21,6%). Un dato che pone la Calabria al secondo posto in graduatoria – subito dopo il Molise – tra i territori che subiscono questo fenomeno. Un fenomeno che ha portato in 5 anni quasi 41mila imprenditori under 35 nati al Sud a spostarsi in regioni al Centro Nord per mettersi in proprio.
Per quanto riguarda la destinazione “prediletta” dai giovani imprenditori “esuli” dalla Calabria c’è la Lombardia. Qui il 6,7% di “under 35” che è andato via dalla Calabria ha aperto un’attività imprenditoriale. Ed è sempre la Lombardia tra le regioni più attrattive di nuovi imprenditori che provengono dal Mezzogiorno seguita poi dal Lazio.
Secondo l’indagine di Unioncamere, infatti, emerge che in queste due regioni sono andati poco meno della metà dei giovani meridionali che si sono poi messi in proprio. In particolare il 26% ha scelto la Lombardia, mentre il 22% di quella fascia è andata nel Lazio ad aprire la propria attività.
LA CONDIZIONE DEI GIOVANI IMPRENDITORI Dal report si registra anche una crescente difficoltà complessiva degli “under 35” in questo lasso di tempo a fare impresa: tra il 2011 e il 2018 il rapporto tra imprese giovanili per 1.000 giovani è calato di 7 punti, passando da 57,2 a 50,3. Inoltre un’impresa giovanile su 3 chiude i battenti nei primi 5 anni di vita e di queste quasi la metà non supera il biennio. Il risultato è che in otto anni si sono perse 122mila imprese “under 35”, portando a quota 575mila l’esercito delle iniziative imprenditoriali guidate da giovani.
SANGALLI: «OCCORRE CREARE LE CONDIZIONI PER FRENARE LA FUGA» «Secondo i nostri dati la voglia di fare impresa dei giovani del nostro Mezzogiorno non è stata sconfitta dalla crisi che ha colpito l’economia italiana». Questa la riflessione del presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. «Ma occorre creare le condizioni per evitare che i migliori fuggano in altre aree del Paese o all’estero». Un’amara considerazione che suona come un monito per quanti si apprestano a governare la nostra regione. (rds)
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