I dati Unioncamere sulla fuga degli imprenditori “under 35” che segnalano la Calabria tra le più interessate sono preoccupanti, perché se la Calabria non aumenta la produzione di ricchezza avrà sempre da combattere con l’emergenza occupazionale. A mio avviso c’è bisogno, e Pippo Callipo ne sarebbe il garante più autorevole, di un Patto per lo sviluppo della Calabria da articolarsi sia in orizzontale che in verticale, specie dopo l’annuncio del Ministro per il Mezzogiorno di investimenti per il Sud nella misura di 100 miliardi in dieci anni. Una delle sezioni del “patto” dovrebbe avere come soggetti attuatori il consolidato sistema imprenditoriale calabrese e i giovani imprenditori. Quando parliamo delle criticità calabresi bisognerebbe evitare le tinte fosche, perché in Calabria ci sono tante imprese che, nonostante le difficoltà, riescono a ritagliarsi nuovi spazi di mercato in Italia e nel mondo. Né va dimenticato che in Calabria abbiamo un cospicuo numero di imprese giovanili, a riprova del fatto che i nostri giovani vogliono, se ce ne sono le condizioni, restare in Calabria. A loro, che sono il capitale più prezioso della nostra regione, bisogna offrire opportunità e risorse anche attraverso specifici interventi nella programmazione della Regione. È ovvio che per realizzare sviluppo nella legalità e ampliare la base produttiva, mettendo a valore il patrimonio ambientale, storico, culturale e artistico della Calabria, c’è necessità di una classe politica affrancata dai vincoli posti, proprio a partire dal voto del 26 gennaio, da centri di potere più o meno occulti, lobby e ‘prenditori’ vari.
* Avvocato-Candidato al Consiglio regionale nella lista “Io resto in Calabria-Callipo presidente” (Circoscrizione centro)
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