RIACE «L’ho detto in più occasioni e lo ribadisco anche adesso, rifarei tutti i reati che mi vengono contestati». Nella “sua” Riace, l’ex sindaco Mimmo Lucano accoglie a braccia aperte il popolo delle sardine. «Vedete, mi contestano l’aver rilasciato due carte d’identità a persone che non ne avrebbero avuto il diritto – dice – una mamma e suo figlio di 4 mesi. Ma, sapete, l’ho fatto anche nei confronti di una ragazza. Si chiamava Becky Moses, volete sapere perché non mi viene contestato quell’episodio? Perché Becky è morta carbonizzata in una tenda nel campo di San Ferdinando». Secondo il “sindaco dell’accoglienza” se su questo episodio non c’è stata una contestazione di tipo giudiziario, adesso è arrivato il momento di farne una a livello morale. E nel ripercorrere la vicenda, dagli scalini di una casa nel centro storico del piccolo comune reggino individua anche le responsabilità dell’ ex prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari. «Quella persona ha avuto un ruolo centrale nella vicenda che ha riguardato il modello Riace, subito dopo lo scoppio dell’inchiesta è stato nominato come Capo Dipartimento per le libertà civili e l‘immigrazione al Ministero dell’Interno, dall’ex ministro e un ruolo che ricopre tuttora. Ha avuto anche un ruolo importante nella gestione della tendopoli di San Ferdinando, se io rispondo per tutte le cose che mi contestano, altrettante dovrebbero contestarne a lui».
UNA QUESTIONE MORALE Riace, riscopre la parola accoglienza e di questo Mimmo Lucano ormai simbolo della città ne è orgoglioso. «Il 19 dicembre del 2019 ho ricevuto nuovamente un avviso di garanzia. La procura mi contesta l’emissione di due carte d’identità a persone che non ne avrebbero diritto – spiega alle persone che l’ascoltano -. E’ falso e sono sicuro di quello che dico, si trattava di persone che erano richiedenti asilo e proprio in virtù di questo godevano dello stato di protezione internazionale. Ho fatto la carta di identità a mamma e figlio subito dopo 7 giorni il loro arrivo a Riace perché il bambino aveva bisogno di cure e il diritto alla salute è un diritto inalienabile che non può essere negato a nessuno».
LA POLITICA Un passaggio, inevitabile, Mimmo Lucano lo ha riservato anche alla situazione politica. «A sinistra abbiamo capacità di guardare il pelo nell’uovo, ma non ce lo possiamo permettere, dobbiamo scendere nelle piazze, occupare gli spazi». L’applauso è quello più caloroso. Le sardine si riconoscono nelle parole dell’ex sindaco riacese e le sottoscrivono in più occasioni. Quando viene individuato il nemico comune: la besti leghista, ma anche quando emerge l’incapacità dei movimenti che si agitano intorno al Partito Democratico di fare una sintesi che sia capace di creare un progetto che possa essere condiviso da tutti.«Il mio partito si chiamava “Rivoluzione proletaria” e per me queste due parole sono la sintesi dei miei ideali. So che non è più riproponibile, ma tutto l’arcipelago che è oltre il Pd non sa riconoscersi in un unico fronte unitario».
IN TANTI A RIACE In tanti, da tutte le parti della Calabria e del Sud, sono arrivati nel comune diventato famoso come modello di integrazione grazie all’allora sindaco Mimmo Lucano, che ha invitato tutti a «non arrendersi e a mobilitarsi per difendere i principi dell’umanità, della solidarietà e della libertà». Al suo fianco, la referente del movimento delle “Sardine” Jasmine Cristallo secondo la quale Riace resta «un esempio di accoglienza famoso in tutto il mondo grazie alle iniziative promosse da Mimmo Lucano». La manifestazione nei giorni scorsi è stata al centro di polemiche dopo un post critico del leader della lega, Matteo Salvini, al quale ha replicato la stessa Cristallo.
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