di Michele Presta
COSENZA «Ma quale proposta indecente?» Paola Galeone si difende dalle accuse e in più di due ore di interrogatorio di garanzia davanti al gip Letizia Benigno ripercorre tutti gli eventi balzati alla cronaca e che per il momento le sono costati oltre al posto da prefetto anche la libertà personale. Né affari, né mazzette, secondo Galeone. Il funzionario governativo lo ripete più di una volta. Al tribunale di Cosenza arriva scortata dagli avvocati Nicola Carratelli e Franco Sammarco (qui la notizia) e insieme a loro fila dritta fino all’aula di corte d’Assise dove per l’occasione si è svolto l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari.
«LA MIA VERSIONE DEI FATTI» In aula ad attendere l’ex funzionario governativo i due pm Giuseppe Visconti e Domenico Frascino. Entrambi hanno gestito in questa fase preliminare le indagini e proprio rispondendo alle domande dei due magistrati l’ex prefetto di Cosenza ha raccontato come siano andate le cose. Paola Galeone ha riferito circa l’evento organizzato il 29 novembre al teatro Rendano e del coinvolgimento di Animed della presidentessa Cinzia Falcone «con la quale avevo dei rapporti cordiali», poi ha raccontato dell’incontro nel suo ufficio nel quale avrebbe avanzato la proposta di spartire i residui del fondo di rappresentanza ed infine dell’incontro al bar nel quale ha ricevuto in una busta rosa con dentro i soldi che la polizia aveva già fotocopiato tenuto conto della denuncia presentata il giorno dell’antivigilia di Natale proprio dall’imprenditrice. Ha negato ogni addebito il funzionario che fino alla scorsa settimana era in servizio negli uffici di piazza XI Settembre e lo ha fatto appellandosi al contenuto delle trascrizioni dell’incontro al bar avvenuto tra le due proprio mentre la città in modo frenetico si organizzava per i festeggiamenti di fine anno. Dalle annotazioni degli inquirenti, infatti, emergerebbe una conversazione dai toni ben diversi da quelli poi denunciati e su questo, con ogni probabilità, insisteranno i due difensori che hanno già avanzato istanza di scarcerazione e aspettano che sulla questione si pronunci il gip. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia è stato prodotto anche il curriculum vitae di Paola Galeone corredato di attestazioni che qualificano l’esperienza dell’ex prefetto di Cosenza e sulla quale la stessa spera che il giudice possa rivalutare la misura degli arresti domiciliari.
LA PARABOLA, LE SPESE E IL CAS Nell’ordinanza di custodia cautelare, con la quale il gip del Tribunale di Cosenza, ha disposto la custodia agli arresti domiciliari con l’accusa di induzione a dare o promettere utilità emersero i primi dettagli circa i possibili rapporti tra le due. Cinzia Falcone, ha un credito di 300mila euro nei confronti della Prefettura per la gestione di un centro migranti a Camigliatello. Recentemente è stata esclusa da una gara d’appalto indetta proprio dagli uffici prefettizi e agli agenti di polizia ha giustificato di aver accettato la presunta richiesta avanzata dal prefetto perché si «sentiva alle strette» (qui la notizia). Paola Galeone ha riferito poi ai pm e al gip come non sia lei a gestire i soldi dei fondi di rappresentanza e dalla ricostruzione fatta da Cinzia Falcone, l’ex Prefetto di Cosenza, ha preso nettamente le distanze riferendo come lei non avesse nessun potere o interesse nel sbloccare i pagamenti rimasti fino ad ora congelati e spiegando come a decidere della gara d’appalto fosse una commissione esaminatrice non il capo della Prefettura. Ha negato tutto il funzionario governativo, anche l’ipotesi che a giustificare la circolazione dei soldi sia stato il rimborso mai pagato per l’acquisto di una parabola da parte del fidanzato. Poi, lontano dalle telecamere e da occhi indiscreti, ha fatto ritorno a Taranto. (m.presta@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=upfRTkfwHnU&feature=youtu.be
x
x