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«Ecco cosa chiediamo ai candidati»

di Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale

Pubblicato il: 08/01/2020 – 13:13
«Ecco cosa chiediamo ai candidati»

Egregi candidati,
siamo ormai in prossimità dello svolgimento delle elezioni regionali, che vedono: Voi tutti, in accesa competizione; e noi, cittadini calabresi tutti, nelle condizioni di poter ancora una volta coltivare la speranza di avere un governo regionale nuovo e seriamente innamorato del vero bene comune, in grado di prendersi cura responsabilmente ed efficacemente della Calabria.
In questo momento, in questi “qui ed ora” speciali, desideriamo farVi pervenire un appello che possa ricordarVi i bisogni della gente che ritenete di poter rappresentare, in caso di vittoria nella prossima competizione elettorale.
Dopo il plauso (tutt’altro che unanime, purtroppo) all’ultima operazione condotta dalla DDA di Catanzaro, che pochi giorni prima del Natale ha visto eseguire gli arresti di più di trecento persone, tra le quali politici, professionisti, militari oltre ad appartenenti alle cosche di mafia, all’indomani di un’indagine che ha ancora una volta tolto la maschera alla fitta rete di rapporti tra ‘ndrangheta, mondo delle professioni, mondo della politica, massoneria deviata, si ritiene che Vi appaia ormai chiaro e netto il bisogno avvertito dai calabresi di uscire dal dominio soffocante cui la terra di Calabria è stata piegata dalle suddette connivenze e dall’inenarrabile prostituzione della politica alla ‘ndrangheta.
E questo seppur vero è che resta drammatica, nella relazione che riguarda il rapporto tra politici eletti rivelatisi corrotti e cittadini votanti rivelatisi corruttori, la responsabilità di questi ultimi ed essa è pari, se non addirittura maggiore, di quella dei corrotti.
Si chiede, dunque, che il nuovo Governo instauri in primis un clima di rispetto delle norme dando per primo, nello svolgimento della sua funzione esecutiva, l’esempio di adesione a quanto esse stabiliscono.
Solo se tale adesione sarà visibile nelle istituzioni che maggiormente sono rappresentative della Regione, si potranno porre le condizioni perché i calabresi e la Calabria abbiano la speranza di un futuro fatto di lavoro onesto, retribuito in modo regolare, in grado di poter sfruttare le risorse di cui la regione è stata dotata naturalmente, proprio quelle delle quali scrive il nostro Leonida Repaci, senza che esse rischino di venire deturpate nella gestione poco trasparente di alcune filiere lavorative.
Solo se tale adesione sarà visibile i calabresi potranno sperare di restare in Calabria e di non dover emigrare per sopravvivere. Lo smantellamento di certe altre filiere lavorative, smontate nella nostra terra per essere rimontate altrove, quasi sempre al Nord, ci condanna già a dover seguire il lavoro, lasciando qui solo i ricordi e gli anziani.
Solo se tale adesione si farà visibile si potrà avere la ragionevole certezza di costruire nuove strade, rinnovare la rete ferroviaria attuale con l’alta velocità e portare fuori dall’isolamento la Calabria, specialmente nel litorale jonico che versa in condizioni di abbandono e di esclusione dalla vita nazionale. E ci si è chiesto più volte se tale isolamento è stato il risultato involontario di più concause, anche non predeterminate, o il frutto perverso di un piano architettato a tavolino.
Solo se tale adesione sarà visibile si potrà rendere la Calabria davvero allettante perché imprenditori provenienti da altri luoghi d’Italia o del mondo decidano, sicuri di non essere stritolati dal pizzo e dal malaffare, di venire ad investire nella nostra regione.
Pur nella limitata rilevanza della funzione legislativa riconosciuta dalla Costituzione italiana alle Regioni, Vi si chiede di ricordare, in caso di affermazione nella prossima competizione elettorale, specialmente i bisogni di salute di noi cittadini calabresi, mortificati nella possibilità di aver garantito il diritto ad essere curati nella nostra stessa terra e senza la necessità di affrontare i cosiddetti “viaggi della speranza” (nel caso in cui ci sia ancora il tempo per farli…).
Non mancano da noi le intelligenze necessarie ad assicurare l’effettività di tale diritto. È noto a tutti che in moltissimi ospedali italiani primeggiano medici calabresi, i quali non riescono ad emergere a sufficienza in Calabria per difficoltà organizzative e per effetto di un vecchio e nuovo clientelismo che hanno determinato la sistemazione nei posti pubblici del settore sanitario di personale mediocre, dal quale chi ne ha garantito l’assunzione non si farebbe mai curare sapendo di poter contare su disponibilità economiche idonee a garantirgli un’assistenza medica in luoghi dove abita il merito e non il clientelismo.
Ciò Vi viene richiesto anche se il risultato elettorale Vi vedesse non vincitori ma in minoranza e all’opposizione. Vi chiediamo di superare “la logica della rissa” che anima molte amministrazioni locali, regionali (e tanto altro e alto), nelle quali succede che, invece che esser orientati al perseguimento del bene comune, si continui in un clima di perenne aria di campagna elettorale l’esercizio della guerra a discapito della soluzione dei problemi che continuano a restare insoluti e ad infiacchire territori già poveri.
Vi viene ancora richiesto che nell’esercizio delle Vostre funzioni legislative ed esecutive non ci facciate desiderare ulteriori interventi della magistratura (che dimostrerebbero l’incapacità dei calabresi di autogovernarsi) ma che riusciate a fare sentire la voce di chi rappresentate presso le istituzioni statali sovraordinate alla Regione e deputate al risolvimento anche dei problemi calabresi.
L’efficacia della rappresentatività che pensate di poter esercitare (e che Vi ha determinato nella decisione di candidarVi) non dovrà confermarsi un mero fantasma che ha agitato i soli tempi della campagna elettorale.
Essa dipende, come già detto, dalla capacità di restare aderenti alle regole ma al contempo di essere in grado di vedere prima degli elettori e degli altri competitori la soluzione ai problemi della comunità calabrese in termini di efficacia, giustizia e bellezza. Bellezza non tanto estetica, quanto frutto di un equilibrio sempre vitale ed effetto di una promessa di vitalità e energia.
Vorremmo infatti che questa nostra terra già naturalmente bellissima potesse continuare a vivere nella normalità che il ciclo vitale fisiologico prevede e che non si trasformasse in un ospizio. Un ospizio, per giunta, a due piani: un pianoterra in pessime condizioni per poveri anziani calabresi e un piano superiore scintillante, con vista sui nostri mari e nostri monti, per ricchi anziani che potranno venire in Calabria da altri luoghi a garantirsi una vecchiaia dorata.
Questo è l’auspicio di alcuni, ma noi vorremmo molto di più. Vorremmo che la Calabria potesse restare viva con tutte le fasce di età che l’esistenza offre di vivere. A tutti, principalmente ai più giovani, dovrebbero essere garantiti crescita, sviluppo, libertà nella scelta di restare o di andare via. Perché di scelta si dovrà trattare e non di un obbligo.
Solo uno sguardo lungimirante e non piegato sui propri interessi, solo un’intelligenza acuta e in grado di stringere relazioni sapienti e produttive di bene con forze buone, solo una capacità di reinventarsi l’uso delle risorse che già abbiamo, solo questo potrà darci il meglio che vorremmo. E solo se Voi saprete darci prova di essere attrezzati per fare tutto questo e non di svolgere un ruolo esecutorio di cose decise da altri per gli interessi di lobbies palesi o oscure (o, addirittura, in clandestinità e nell’illegalità), noi potremo accordarVi la nostra fiducia.

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