di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME «Non abbiamo il numero minimo dei medici, siamo costretti a sospendere i servizi ambulatoriali». L’ennesima emergenza sanitaria si consuma ancora una volta fra le stanze e i reparti dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, presidio che ciclicamente si ritrova a fare i conti con la chiusura o la sospensione (a data da destinarsi) di servizi offerti alle migliaia di pazienti del comprensorio. Questa volta è toccato al reparto di Ostetricia e Ginecologia, diretto da Domenico Perri che, già nelle scorse settimane e attraverso una lettera inviata ai dirigenti e al commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, aveva preannunciato la sospensione delle attività ambulatoriali, garantendo in questi ultimi giorni solo i servizi ai pazienti già prenotati da tempo.
EMERGENZA SENZA FINE Quella del reparto di Ostetricia e Ginecologia, dunque, è lo specchio di una situazione emergenziale che nel corso degli ultimi mesi sta assumendo i contorni di un vero e proprio incubo non solo per i pazienti, ma anche per le figure professionali. Esigenze di bilancio, certo, ma soprattutto le problematiche legate al commissariamento proprio dell’Asp di Catanzaro dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose che di fatto limita, e tanto, lo spazio di manovra dei dirigenti. E a pagare un prezzo altissimo sono i pazienti, costretti a fare i conti con l’emigrazione sanitaria verso altri presidi o, peggio, a pagare prestazioni mediche presso ambulatori privati. Nell’ultimo anno proprio dal reparto di Ostetricia e Ginecologia, sono andati via due dirigenti medico, ma non sono stati sostituiti. L’ultimo caso, poi, riguarda una giovane dell’Università di Catanzaro che, lo scorso 15 dicembre, è stata sollevata, costringendo il direttore del reparto a scelte razionali: eliminare il servizio ambulatoriale per cercare di mantenere attivi quelli legati all’assistenza al parto, al taglio cesareo e alla chirurgia d’emergenza. E poi ci sono i turni massacranti che i medici rimasti sono costretti a fronteggiare, con molti di loro costretti a continui viaggi tra Soverato e Lamezia Terme.
POLITICA E ASSOCIAZIONI Pezzo dopo pezzo, come un puzzle in frantumi, l’ospedale di Lamezia Terme continua a lasciare sul campo servizi e reparti: da quello di Medicina, a quello di Dermatologia e Cardiologia. E la politica resta a guardare: proprio in queste ore il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha fatto visita al Centro di Neurogenetica di Lamezia Terme per un lungo colloquio con la direttrice Amalia Bruni per esporre le costanti criticità e la mancanza di fondi adeguati per la sopravvivenza del centro. A muoversi, però, sono le associazioni del territorio: il prossimo 13 gennaio, a partire dalle ore 9, gli attivisti del “Coordinamento Sanità 19 Marzo” hanno già organizzato un sit-in di protesta all’ingresso dell’ospedale lametino. Lo stesso lunedì, inoltre, il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, insieme all’Assessore con delega alla Salute, al Presidente del Consiglio Comunale ed al Presidente della competente Commissione Consiliare, incontrerà il personale sanitario per «mettere a fuoco tutte le criticità e poter concertare interventi che possano migliorare il livello di assistenza». (redazione@corrierecal.it)
https://youtu.be/RlZxdaC0CIY
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