In questa breve, ma importante campagna elettorale per il futuro della nostra Regione la sanità, a nostro parere, deve rivestire un ruolo centrale. Infatti la tutela della salute è trasversale a molti settori poiché tra i determinanti di salute abbiamo l’ambiente, il lavoro, le diseguaglianze sociali, le periferie luoghi del disagio e della emarginazione, insomma si fa prevenzione anche e soprattutto con città a misura d’uomo dove la bellezza della nostra Calabria deve integrarsi con trasporti efficienti, asili nido pubblici numerosi, scuole sicure e accoglienti, città pulite, acqua potabile (a Reggio da un anno è in vigore una ordinanza sindacale che ha dichiarato, in gran parte della città, la non potabilità). Pertanto, è fondamentale mettere la Salute al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche industriali, sociali, economiche e fiscali soprattutto in una regione sempre più marginale. Infatti nell’ultimo decennio vi è stato un decremento della popolazione che si è ridotta a 1.965.128 di residenti, il tasso di fecondità, in Calabria, è pari a 1,29 a differenza della media nazionale, già bassa, che è pari all’1,34 l’aspettativa di vita in buona salute dei calabresi è di 52 anni contro l’aspettativa degli abitanti della provincia di Bolzano che è di 69 anni!
La filiera della salute in Italia vale il 10% degli occupati e il 10,7% del PIL, in Calabria in questo ultimo ventennio le nostre classi dirigenti hanno deciso di non utilizzare i Fondi per l’Edilizia Sanitaria e per l’acquisto di Tecnologie Medicali per oltre “1 Miliardo” di euro, basta ricordare “L’Accordo di Programma integrativo per quattro nuovi ospedali” che è del 2007 o i finanziamenti europei per costruire le Case della salute, finalizzati nove anni fa, che, con il trascorrere degli anni, sono diminuiti, o i 14.460.793,17 milioni di euro per la messa a norma del Presidio Ospedaliero di Locri che nel lontano 1998 con delibera CIPE n° 52 il Governo Centrale finalizzava.
Un Servizio Sanitario Regionale efficiente non garantisce soltanto l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e il rispetto dell’articolo 32 della nostra Costituzione, ma anche lavoro qualificato, le regioni del Nord lo hanno capito da tempo non solo con la mobilità attiva (Lombardia 804.589.602 milioni di euro/anno), ma investendo in Servizi Territoriali, il Veneto cura a domicilio 181.283 anziani investendo adeguati fondi che occupano migliaia di operatori. Il presente, con oltre il 20% di ricoveri di calabresi fuori regione (350 milioni di euro di mobilità passiva), necessita di immediate e innovative risposte organizzative del Servizio Sanitario Regionale che valorizzi il personale sanitario che opera nella Rete Ospedaliera e riscopra il ruolo virtuoso della Medicina Distrettuale con le Strutture Sanitarie Territoriali Intermedie che , come Comunità Competente, abbiamo descritto nel Documento “Linee Guida Per una Riforma della Sanità in Calabria” condiviso da 27 Associazioni, Fondazioni, Sindacati e singoli cittadini.
Chiediamo ai candidati Governatori un confronto per invertire la tendenza che vede la Calabria ultima per saldo pro-capite negativo (144 euro) per mobilità passiva, perchè dietro questi aridi numeri ci sono calabresi sofferenti che, inoltre, sono costretti a pagare per le spese di viaggio, vitto e alloggio oltre 40 milioni di euro all’anno.
Chiediamo l’attuazione del” Piano Nazionale della Cronicità” perchè, oggi, i nostri anziani, con le loro pensioni, devono decidere se curarsi o mangiare; noi proponiamo la presa in carico di questi pazienti da parte di aggregazioni multiprofessionali (UCCP) integrate, centrate sulle cure territoriali e domiciliari post-dimissioni, incrementando, inoltre, l’ADI con cui oggi sono assistiti nella nostra Regione solo 10.529 anziani.
Chiediamo la partecipazione nelle scelte organizzative e la trasparenza nelle attività gestionali secondo le normative vigenti.
Chiediamo di integrare la Sanità con il Socio-Sanitario per offrire Servizi globali ai cittadini.
Chiediamo la creazione di una Rete Regionale per le Demenze la cui incidenza in Calabria di casi attesi supera i 28.000, il cui obiettivo principale è quello della presa in carico globale e continuativa del paziente e della sua famiglia tramite servizi sanitari integrati con la Rete sociale.
Chiediamo un forte impegno istituzionale per garantire il protagonismo delle donne nel Progetto Obiettivo Materno-Infantile affinchè lo storico e superato modello paternalistico lasci il posto alla partecipazione e all’empowerment ben presente nel “POMI”.
Non chiediamo la luna, ma un confronto pacato e ragionato che definisca, per il futuro Governatore, precisi impegni nel settore che dovrebbe tutelare la salute dei calabresi rimanendo nella loro regione, assistiti da un Sistema efficiente e sostenuti dall’amore dei propri cari. Corrado Alvaro scriveva che:” Il calabrese vuole essere parlato”, io, aggiungerei :” guardando negli occhi il suo interlocutore”.
Attendiamo fiduciosi una risposta.
portavoce de La Comunità Competente*
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