di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Foto di rito, sorrisi e cerimonie in comune per un “opuscoletto” che recita “Schema di statuto del Comune di Corigliano Rossano”.
Ieri sera a Palazzo Grappoli è andata in scena il simpatico siparietto della consegna dello statuto, dalle “mani” della Fondazione Mortati – incaricata di redigere lo schema del documento dal commissario prefettizio Domenico Bagnato – a quelle del sindaco Flavio Stasi e del presidente del consiglio comunale, Marinella Grillo.
Uno statuto che secondo la delibera sarebbe dovuto essere consegnato tre mesi dopo l’assegnazione dell’incarico – era il 4 febbraio 2019 – ed invece è stato depositato ad “appena” un anno di distanza. A parte i “canonici” 90 giorni trasformatisi in quasi 360, l’assegnazione, allora, era stata aspramente contestata da buona parte della politica cittadina e dal Comitato delle 100 associazioni per la fusione di Corigliano Rossano.
Nel febbraio scorso, il referente del Comitato, Amerigo Minnicelli, scriveva che Bagnato ad un mese dalla sua dipartita dalla città «si è inventato, fuor di legge, un incarico fiduciario “gratuito” a terzi per la redazione di uno “schema di Statuto” della città, estromettendo i maggiori protagonisti della Fusione, cioè coloro che da cinque anni si sono battuti per quel progetto, che hanno vinto quella battaglia».
«Tra i coraggiosi “protagonisti” chiamati a redigere lo Statuto della nostra città – aveva scritto ancora Minnicelli – una Fondazione inerte dal lontano 2008, poi una non meglio nota Scuola di Pubblica Amministrazione presso l’Unical».
L’incarico assegnato da Bagnato era stato contestato anche perché affidato a pochi giorni della scadenza del suo mandato. Secondo i “contestatori” piuttosto che affidare a “terzi” la redazione dello schema di statuto, si sarebbe dovuto aprire un canale con la Facoltà di Scienze Politiche ed il Dipartimento di Scienze dell’Amministrazione dell’Università della Calabria, istituire una commissione sindacale, attuare una consultazione on line.
Ma soprattutto le polemiche erano montate, ed anche aspre, perché quell’incarico era stato affidato a chi era avverso al processo di fusione, come ribadito anche dal Comitato delle 100 associazioni.
In effetti, qualche rappresentante della fondazione che ha messo mano allo statuto affidato a Stasi ieri sera – anche l’attuale sindaco aveva manifestato alcuni dubbi ai tempi – si è davvero “battuto” contro la fusione, testimoniandone pubblicamente idee contrarie durante la campagna referendaria.
Incongruenze a parte, oggi Amerigo Minnicelli torna alla carica. «Quali competenze ha questa Fondazione Mortati per redigere un documento così importante? Il sindaco non può accettare queste cose fatte “tra amici”. Si tratta di una vergogna giuridica e politica. Gli incaricati dal commissario alla redazione dello schema di Statuto, probabilmente sotto il suggerimento dell’ex sindaco Geraci, non hanno alcuna professionalità specifica. L’unico “universitario” è il prof. Calabrò che non mi sembra possegga competenze in materia. E poi oggi vi è un Consiglio comunale che è l’organo deputato a redigere lo statuto, che ha le competenze amministrative e politiche per approvarlo. Ma poi – si chiede ancora Minnicelli – perché quei 9o giorni si sono dilatati in un anno? A quell’incarico è seguito un rinnovo? C’è una delibera di consiglio comunale che ha prorogato il mandato? A che titolo è stato redatto? Potrà anche essere lo statuto più bello del mondo – conclude Minnicelli – ma non è così che si fanno le cose». (l.latella@corrierecal.it)
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