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Masso travolse un disabile, condannato l’ex sindaco di Acquappesa

Giorgio Maritato è stato condannato ad un mese di reclusione con l’accusa di lesioni colpose aggravate

Pubblicato il: 15/01/2020 – 20:23
Masso travolse un disabile, condannato l’ex sindaco di Acquappesa

PAOLA È stato condannato ad un mese di reclusione e al pagamento delle spese processuali, Giorgio Maritato. L’ex sindaco di Acquappesa, accusato di lesioni colpose aggravate, era stato rinviato a giudizio insieme all’allora responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico del Comune, Roberto Laino. Per il funzionario comunale, il tribunale di Paola, in composizione collegiale ha emesso un verdetto di assoluzione. Così non è stato per l’ex sindaco della cittadina tirrenica. Nonostante il pubblico ministero nel corso della requisitoria avesse avanzato richiesta di assoluzione, il collegio presieduto dal giudice Alfredo Cosenza con a latere i colleghi Vincenzo D’Arco e Filippo Putaturo, ha invece optato per l’ipotesi prospettata dalla parte civile rappresentata in giudizio dall’avvocato Chiara Penna.
I FATTI La vicenda che vede coinvolti Maritato e Laino risale all’estate 2015 quando il giovane Diego Carbone, 35 anni, disabile da 10 anni a causa di un incidente d’auto, si era recato sulla spiaggia di località “Palmentello” di Acquappesa, fermandosi sulla battigia a pochi metri da una rupe rocciosa caratterizzata da fenomeni di crollo e caduta massi (qui un nostro articolo https://www.corrieredellacalabria.it/cronaca/item/51151-masso-travolse-disabile-a-processo-il-sindaco-di-acquappesa/) . Proprio da tale rupe si è poi staccato un masso che ha travolto il ragazzo causandogli la rottura della milza con lesioni multiple e diverse emorragie. Carbone quella mattina si trovava lì perché grazie alla pratica del nuoto riusciva a lenire i dolori fisici della disabilità e allo stesso tempo rafforzare la propria forza muscolare grazie alla pratica del nuoto. Non era la prima volta che si trovava da quelle parti, spesso incontrava anche altri bagnanti che ignari del pericolo sostavano sotto la parete perché, come emerso nel corso delle indagini, nessun cartellone era stato apposto per segnalare il pericolo. Arrivato a nuoto sulla spiaggia di Località “Cento Gradini”, Carbone ha praticato gli eserciti come ha fatto diverse volte da quando è diventato disabile. Ma la mattina dell’incidente un pesante masso caduto dalla parete rocciosa lo ha colpito violentemente. Nonostante la forte contusione, la vista annebbiata e il dolore, Diego Carbone è riuscito a trascinarsi a nuoto fino alla riva dove ha chiesto aiuto ed è stato tempestivamente soccorso con un immediato trasporto all’ospedale di Cetraro.
Dalle indagini emerse come Maritato, in qualità di responsabile del territorio e dell’incolumità pubblica e Laino, quale tecnico comunale, «essendo a conoscenza dei fenomeni franosi nel tratto di arenile sottostante il lato nord del costone denominato Palmentello, omettevano di segnalare la zona quale area a pericolo» e inoltre avrebbero omesso «l’adozione di misure (interdizione all’accesso, cartelli di pericolo, lavori di consolidamento con apposizione di reti di protezione) a salvaguardia della pubblica incolumità e che in concreto avrebbero impedito il tragico evento». Laino, è stato assolto dai giudici anche in considerazione del fatto che avesse preso servizio proprio qualche giorno prima che si verificasse l’incidente. Dall’attività di indagine svolta dai carabinieri su delega della Procura di Paola, è emerso che vi era un’ordinanza della capitaneria di porto del 1998, poi ripresa e ribadita nel 2010, che individuava la zona in cui è avvenuto l’incidente tra le zone a rischio crollo e da interdire ai bagnanti. Ma nessun divieto, o impedimento d’accesso, era stato apposto in quel tratto di costa per impedire ai bagnanti di transitare e sostare in quell’area. (mi.pr.)

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