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Provincia di Crotone, dietrofront sulla nomina del direttore generale

Il presidente Dell’Aquila non indicherà il nuovo dg. Sarà scelto dal suo successore dopo il voto del 2 marzo

Pubblicato il: 16/01/2020 – 17:54
Provincia di Crotone, dietrofront sulla nomina del direttore generale

di Gaetano Megna
CROTONE
Ritirato il decreto di nomina del direttore generale. Il presidente facenti funzioni della Provincia di Crotone, Giuseppe Dell’Aquila, ha decido di fare marcia indietro rispetto al progetto di nominare un direttore generale per dieci mesi.
Così come ha spiegato lo stesso Dell’Aquila, nel corso di una conferenza stampa, sarà il suo successore a decidere sull’opportunità di dotare l’ente intermedio della figura del direttore generale. Tra l’altro non ci sarà da attendere molto, considerato che il nuovo presidente della Provincia di Crotone sarà eletto il prossimo 2 marzo. È stato proprio Dell’Aquila ad avere stabilito la data dell’elezione.
In verità il presidente facenti funzioni avrebbe voluto rinviare l’elezione di qualche mese, tanto è vero che, nelle scorse settimane, ha anche presentato un quesito al Ministero dell’Interno per ottenere il rinvio della data. Un problema di opportunità alla base della richiesta, considerato che non potranno partecipare al voto comuni importanti quali quelli di Crotone e Cirò Marina, il primo sciolto per le dimissioni del sindaco Ugo Pugliese e il secondo per infiltrazioni mafiose. A questi due se ne aggiungono altre tre piccoli, sciolti per mafia.
Il Ministero dell’Interno non ha risposto al quesito, così come è successo per altre interrogazioni arrivate da altri enti intermedi. Probabilmente il dicastero dell’Interno non risponde a nessuno, perché ritiene di non avere più competenza e titolarità sulle Province, da quando gli enti intermedi sono stati declassati dal primo al secondo livello. Dell’Aquila, quindi, ha giustificato la scelta del ritiro con il fatto che sarebbe stato uno sgarbo istituzionale nei confronti di chi subentra. C’è da considerare, però, che appena è diventato ufficiale il decreto della nomina del direttore generale, c’è stata una forte polemica da parte dei sindacati, che hanno chiesto di non gravare, con spese aggiuntive, su una cassa già vuota.
Alla Provincia di Crotone i dipendenti non sempre lo stipendio viene erogato puntualmente. I sindacati hanno posto anche il problema dell’inutilità della figura considerato che alla Provincia si gestisce solo l’ordinaria amministrazione. Forte polemiche sono state sollevate anche dalla corrente del Partito democratico, che si oppone a quella a cui fa riferimento Dell’Aquila. Non a caso, nel corso della conferenza stampa, il presidente facenti funzione ha duramente attaccato il sindaco di Scandale, Antonio Barberio, e quello Cotronei, Nicola Belcastro, entrambi esponenti di primo piano della corrente avversa.
Barberio è stato accusato di essere il fomentatore della polemica scoppiata per la nomina del direttore generale e Belcastro per avere fatto la domanda per essere nominato direttore generale. Le domande pervenute alla Provincia sono state in tutto tre: oltre a Belcastro hanno depositato la richiesta Elisabetta Belli, già commissario per la bonifica di Crotone, e Salvatore Barresi. Belcastro, sentito dal Corriere, subito dopo la presentazione della domanda, ha detto che «la sua era stata una provocazione, avendo la consapevolezza di essere incompatibile in quanto componente della conferenza dei sindaci». C’è, quindi, una guerra tutta interna al Pd. Una guerra, senza esclusioni di colpi, che è aumentata di livello con l’avvio della campagna elettorale per le elezioni regionali.
A Crotone, sullo sfondo, c’è anche l’elezione comunale e la battaglia è già iniziata e il primo termometro delle forze in campo saranno proprio le preferenze che riusciranno a conquistare le due fazioni in lotta. Chi prende più voti conterà di più per la scelta del candidato a sindaco di Crotone e per la composizione della lista targata Pd. Conterà anche di più all’interno del partito. (redazione@corrierecal.it)

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