CATANZARO Sono attesi entro sabato gli esiti del Riesame di Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo, e del tenente colonnello Giorgio Naselli, già comandante del Reparto operativo di Catanzaro, tratti in arresto lo scorso 19 dicembre nel corso della maxi-operazione “Rinascita” nata da una inchiesta della Dda di Catanzaro sulle cosche vibonesi e i loro addentellati con politici, imprenditori, colletti bianchi e forze dell’ordine. Sia Callipo (assistito dagli avvocati Armando Veneto e Roberto Franco) che Naselli (difeso dagli avvocati Giuseppe Fonte e Gennaro Lettieri) hanno respinto ogni accusa. L’ex sindaco è accusato di concorso eterno in associazione mafiosa perché avrebbe favorito la locale di San Gregorio (cosca Razionale-Gasparro) e la ‘ndrina di Pizzo. Naselli è accusato di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio perché avrebbe fornito informazioni riservate all’avvocato Giancarlo Pittelli.
Anche quest’ultimo è stato tratto in arresto nel corso dell’operazione Rinascita. Il gip aveva aggravato l’accusa formulata dalla Dda (concorso esterno) in associazione mafiosa. Il Riesame ha riportato il capo di imputazione alla formula originaria ma ha rigettato la richiesta di annullare l’ordinanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile ed Enzo Galeota.
FASCICOLO A SALERNO Passa a Salerno un fascicolo che rivelerebbe l’episodio di una cena a casa dell’avvocato Pittelli nella quale sarebbero stati presenti otto giudici e altri professionisti. Secondo quanto rivela il settimanale L’Espresso l’avvocato sarebbe stato consapevole di una indagine a proprio carico e nella sua abitazione i Ros avrebbero trovato appunti con alcuni particolari dell’inchiesta Rinascita.
Resta in carcere l’avvocato Francesco Stilo. Il Tribunale del riesame ha rigettato l’istanza presentata dai suoi legali, Piero Chiodo e Paola Stilo, e ha derubricato il reato da associazione mafiosa a concorso esterno. Sono queste le posizioni tra le più rilevanti nell’ambito del procedimento insieme a quella di Luigi Incarnato al quale sono stati revocati gli arresti domiciliari. Incarnato, ex commissario Sorical, è accusato di corruzione elettorale. Interdizione dal servizio per sei mesi ma lascia di domiciliari per la poliziotta della Stradale di Vibo Valentia Daniela De Marco accusata di corruzione, difesa dagli avvocati Paolo Fuduli e Giuseppe Artusa. Resta ai domiciliari Vincenzo De Filippis, già consigliere comunale a Vibo Valentia con il Pdl e assessore comunale all’Ambiente nella giunta del sindaco Elio Costa. Difeso dall’avvocato Diego Brancia, è accusato del reato di scambio elettorale politico mafioso. Il Riesame ha annullato l’ordinanza di di custodia cautelare in carcere nei confronti di Michele Fiorillo, difeso dall’avvocato Sergio Rotundo. Fiorillo resta però in carcere perché permangono le esigenze cautelari di un altro provvedimento della Dda: Rimpiazzo contro il clan dei Piscopisani. Annullata l’ordinanza di di custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonino Lo Bianco, difeso dall’avvocato Ignazio Di Renzo, accusato del reato di associazione mafiosa. Passa dal carcere agli arresti domiciliari Alessio Patania, difeso dall’avvocato Michele Farina, accusato di concorso in estorsione. Annullata l’ordinanza di carcerazione nei confronti di Francesco Vonazzo, accusato di una rissa avvenuta a Pizzo. È difeso dall’avvocato Francesco Muzzopappa. Passa da carcere all’obbligo di dimora Antonio Moscato. Annullata la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Cristian Vallone, 29 anni, di Pizzo, difeso dagli avvocati Brunella Chiarello e Pasquale Michele Contartese e di Domenico Aiello, difeso dall’avvocato Francesco Muzzopappa. Entrambi sono accusati di concorso in rissa. Passa dai domiciliari all’obbligo di firma Manuele Baldo, difeso dagli avvocati Toni Crudo e Francesco Sabatino. Manuele Baldo è accusato di turbata libertà degli incanti in concorso, aggravata dal metodo mafioso.
Vanno agli arresti domiciliari Chiarina Cristelli, dirigente del Servizio veterinario dell’Asp di Vibo Valentia, e la commercialista Elisabetta Lo Iacono. La Chiarelli, difesa dagli avvocati Domenico Chindamo e Francesco Damiano Muzzopappa, è accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d’ufficio e concorso in furto aggravato. Escluse le aggravanti mafiose per la Lo Iacono, difesa dagli avvocati Andrea Alvaro ed Antonio Lo Iacono. Resta in carcere Francesco Vardè accusato di concorso in estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Annullata l’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti l’imprenditore Salvatore Malara, accusato di intestazione fittizia di beni, difeso dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Massimiliano Riga. Avrebbe compiuto una estorsione aggravata dalle finalità mafiose, in concorso, Emiliano Palamara, difeso dall’avvocato Filippo Accorinti. Nei suoi confronti è stata annullata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Passano dal carcere ai domiciliari gli imprenditori Francesco Isolabella e Antonio Lopez Y Royo, difesi dall’avvocato Giovanni Vecchio. Sono accusati di trasferimento fraudolento di valori. Annullata l’ordinanza per Giuseppe Palmisano, accusato di concorso in estorsione. Passano ai domiciliari Francesco Fortuna, Antonio Iannello e Filippo Grillo.
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