di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Gli slogan di Matteo Salvini ormai sono noti. Da prima gli italiani agli immigrati, passando per le più autoctone questioni legate alla pesca, fino al prendersi gioco dei «contestatori in fondo alla piazza col rolex». Ma l’esordio in piazza Salotto a Corigliano – dove è giunto venerdì sera dopo aver girato altre piazze dalla Calabria (qui i particolari) – è da campione del mondo. Nel senso che «dopo aver solcato in lungo ed in largo la Calabria, è bellissimo chiudere qui, da milanista, nella città di Rino Gattuso».
Applausi a scena aperta, il Capitano sa certamente come imbonirsi le piazze, qualora ce ne fosse bisogno, perché quella coriglianorossanese è (quasi) tutta per lui, enorme e gremita, e con in fondo gli antagonisti. In prima fila gli “ultras” di Matteo, sul palco i candidati alle regionali, compreso quell’Alfio Baffa balzato agli onori delle cronache per il video in vasca da bagno, sigaro, rum e revege porn.
Salvini inizia raccontando del caffè mattutino preso con «il procuratore Nicola Gratteri, un grande calabrese che rischia la vita tutti i giorni, parlando poco e lavorando tanto» (qui la cronaca dell’incontro).
«La guerra alla ‘ndrangheta è di tutta la Calabria, la ‘ndrangheta è merda, la Calabria è lavoro, è bellezza. La Calabria è onesta – dice il leader del Carroccio – ma permettetevi di divi che chi vi ha governato in questi anni non è che abbia fatto granché. Sento di ospedali, reparti, punti nascite che chiudono, di mamme che devono partire da Lamezia per venire a curarsi a Milano, è una vergogna. Questa regione merita strade degne e la strada statale 106 non lo è. La Calabria merita una sanità normale e non una sanità che costringe migliaia di calabresi ad andare al nord per curarsi».
Poi una pausa che dedica a «quelli che fischiano li in fondo» e, quindi, un altro refrain. «Abbiamo idee precise per il governo regionale. Le case popolari in Calabria – dice – devono andare prima ai calabresi, poi al resto del mondo». «Se uno vive a Corigliano Rossano da una vita, paga le tasse, fa volontariato, manda i figli a scuola – chiede retoricamente – avrà più diritti degli altri o no? È questo non è razzismo, perché questa terra è accogliente ma mi imbestialisco quando sento quelli del Pd dire che dobbiamo accogliere tutti, che anche gli italiani e i calabresi sono emigrati, ma nessuno al mondo ha mai regalato nulla a calabresi o italiani all’estero. Noi, invece, regaliamo soldi, casa, jeans, cappellino, scarpe firmate e telefonino a gente che non fa un accidente».
Seconda pausa per “dar spazio” agli antagonisti. «Ecco, vedete? Questo è il programma della sinistra: scemo, scemo! Mia figlia che ha sette anni ha pensieri più evoluti dei vostri», dice ai contestatori.
«Piazze come queste – aggiunge dal palco di piazza Salotto – sono la risposta a chi a Roma sta attaccato alla poltrona, a chi ha deciso oggi che lunedì il Senato dovrà decidere se mandarmi a processo, mentre chi sperona le navi italiane a processo non ci va. Sono orgoglioso di quello che ho fatto e se siete d’accordo lo rifarò».
Si ricorda della tv, il Capitano, e di «Lilly Gruber, Fazio e Saviano: vorrei che fossero qui per rendersi conto di ciò che dicono».
Il problema della sinistra, per Salvini è «che guarda troppo al passato, si concentra a cercare i fascisti. Qui non ne vedo, vedo solo calabresi orgogliosi di esserlo che chiedono lavoro e rispetto».
Il segretario della Lega si avvia alla conclusione dando appuntamento alla prossima settimana: «Sarò in provincia di Cosenza, Vibo e Catanzaro, a parlare con la gente e tornerò anche dopo aver vinto le elezioni per lavorare insieme a voi. La differenza la faremo dopo il voto, insieme. Insieme ai commercianti, ai pescatori, agli agricoltori, ai medici, ai ragazzi laureati che vorrebbero poter vivere qui».
La chiusura è un must e la dedica alle mamme ed ai papà. «Ho un’idea semplice di Italia, di Calabria e famiglia, molto diversa da chi sta a sinistra. Pe me ci sono le mamme e i papà non il genitore 1 e il genitore 2 o le adozioni gay. A casa mia non esistono».
E poi via, selfie con tutti e file chilometriche, non prima di un’ultimissima considerazione sui grillini. «Tantissimi che hanno votato Cinquestelle stavolta voteranno Lega. Questo perché Grillo e Di Maio hanno tradito». (l.latella@corrierecal.it)
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