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«La mia legge sulle Valli Cupe è costituzionale, gli azzeccagarbugli ne prendano atto»

Tallini (Fi) rivendica la norma che assegna a Legambiente la gestione della Riserva naturale. «Le critiche erano strumentali, qualcuno voleva usarla per fini clientelari»

Pubblicato il: 18/01/2020 – 11:57
«La mia legge sulle Valli Cupe è costituzionale, gli azzeccagarbugli ne prendano atto»

CATANZARO «Il Consiglio dei Ministri n 23 del 17 gennaio ha deciso di “non impugnare la legge regionale della Calabria n 45 del 25/11/2019 recante ‘modifica all’articolo 6 della legge regionale n.41 del 2016’». Questo è l’incipit di una nota con la quale Domenico Tallini, consigliere regionale di Forza Italia, rivendica la paternità della leggecon cui è stata attribuita la titolarità di Ente Gestore della Riserva Naturale Valli Cupe all’associazione Legambiente. «È costituzionale – dice Tallini. I tanti soloni ipocriti, azzeccagarbugli velleitari, consiglieri regionali abituati a sposare anche le cause perse per speculare facile consenso e sindaci abili nel propalare bugie che per mesi hanno ripetuto come un mantra che la legge approvata dal Consiglio regionale era da fermare perché violava alcuni principi della Carta costituzionale, ne prendano atto. Il sindaco di Sersale, poi, visto il clamoroso insuccesso e il danno d’immagine provocato alla Riserva, se avesse ancora un poco di onestà intellettuale, dovrebbe soltanto dimettersi. Il rumore sollevato dinanzi ad una legge che, prendendo atto delle ingerenze vessatorie ai danni del direttore della Riserva da parte dell’Amministrazione comunale e dei tentativi di trasformare una Riserva Regionale in un modesto Ente sub-comunale, oggi, dinanzi alla decisione del Consiglio dei Ministri, appare per quello che effettivamente era: una miserabile strumentalizzazione per continuare a mettere le mani sulla Riserva e utilizzarla per fini clientelari».
«La Riserva Valli Cupe – continua il consigliere – è stata istituita con una mia proposta di legge nel 2016 ed era diventata, grazie all’impegno di una professionalità universalmente stimata come il botanico Carmine Lupia, un modello di sviluppo virtuoso in grado di promuovere sviluppo sia per Sersale che per tutta quell’area della Presila catanzarese, al punto che l’Università Cattolica di Milano l’aveva definita ‘un Monastero naturale per il XXI secolo’. Una distorta e nefasta interpretazione delle funzioni proprie dell’Ente Gestore l’hanno purtroppo da un anno a questa parte immiserita, contravvenendo a tutti gli obiettivi previsti nella legge istitutiva. Adesso toccherà a Legambiente, assieme al Dipartimento Ambiente della Regione, che sono sicuro si attiverà per agevolare la ripresa della Riserva, e a tutti i Comuni dell’area, occuparsi della ripartenza di questa ‘perla’ naturalistica che ha rappresentato una delle innovazioni legislative più importanti nel settore naturalistico della X legislatura. Si evince da tutto ciò, infine, che la legge regionale non ha sottratto nulla, secondo la falsa narrazione pubblicizzata ‘porta a porta’ dai tanti perdigiorno dell’Amministrazione comunale, alla laboriosa comunità di Sersale, perché non solo la sede della Riserva rimarrà sempre al suo posto, ma in più Sersale si avvarrà della presenza di un’associazione prestigiosa come Legambiente».

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