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Aziende “fantasma” in Sila, la Regione chiede indietro 1,3 milioni

La revoca del contributo erogato per la realizzazione di un centro benessere a Villaggio Palumbo è stata sollecitata dall’Autorità giudiziaria

Pubblicato il: 19/01/2020 – 12:46
Aziende “fantasma” in Sila, la Regione chiede indietro 1,3 milioni

CATANZARO Il primo finanziamento da 249mila euro era stato liquidato dalla Regione il 6 giugno 2015. Poi, altri fondi – per cifre comprese tra 36mila e 327mila euro – erano confluite nelle casse della società Scalise Sport Group di Crotone fino al 21 settembre 2018. Erano parte di un maxi finanziamento da quasi 3 milioni di euro che avrebbe dovuto consentire il rilancio del turismo a Villaggio Palumbo anche attraverso la realizzazione di un centro benessere.
Quei fondi erogati in poco più di tre anni devono rientrare nelle casse dell’amministrazione regionale. L’investimento nella Sila crotonese, infatti, è finito nel mirino di un’inchiesta della guardia di finanza e gli uffici del dipartimento Turismo e spettacolo della Cittadella regionale hanno chiesto la revoca del contributo il 17 dicembre 2019. Le indagini sono divenute di pubblico dominio qualche settimana dopo, lo scorso 7 gennaio. E sono partite dopo la segnalazioni della Banca d’Italia relative a una serie di operazioni sospette riscontrate sui conti dei due fratelli titolari delle società coinvolte. Lo studio di queste movimentazioni, risultate anomale, ha fatto emergere presunte irregolarità riguardanti fatture per operazioni inesistenti, fittizie cessioni di beni già in uso, rendicontazioni di spesa per importi sovrafatturati e distrazione dei beni acquistati. A conclusione dell’attività di indagine sono stati contestati cinque finanziamenti cofinanziati dall’Unione Europea, sui fondi Por Calabria 2007/2013, concessi dalla Regione Calabria di cui la società destinataria del controllo valutario era diretta destinataria o fornitrice di beni nei confronti delle quattro nuove imprese evidentemente create allo scopo.
L’attività d’indagine compare anche nell’atto con il quale la Regione chiede la restituzione di 1,3 milioni di euro (1,2 milioni di finanziamenti più gli interessi legali e la rivalutazione). E sarebbe stata proprio l’Autorità giudiziaria, che indaga su due funzionari regionali per mancati controlli, a chiedere di «provvedere alla revoca del contributo». (ppp)

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