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"Gettonopoli", Comune di Catanzaro sul viale del tramonto dopo le figuracce in tv

Il surreale silenzio di Abramo e della sua maggioranza. L’abbraccio del sindaco al leader della Lega. Le prime dimissioni annunciate. La slavina su palazzo de Nobili è iniziata

Pubblicato il: 20/01/2020 – 18:07
"Gettonopoli", Comune di Catanzaro sul viale del tramonto dopo le figuracce in tv

di Antonio Cantisani
CATANZARO
Lo scatto d’orgoglio è arrivato, ma finora solo dai banchi dell’opposizione, che ha sicuramente molte meno colpe da espiare. Arrivano le prime dimissioni di consiglieri comunali di Catanzaro, all’indomani dell’esplosione mediatica dell’affaire “Gettonopoli”, l’inchiesta su presunte sedute fittizie delle commissioni e su conseguenti presunti rimborsi percepiti irregolarmente dalla gran parte degli eletti di Palazzo De Nobili e anche da alcune ditte che li avevano assunti in modo più o meno limpido.
Il “day after” dell’ennesima figuraccia su scala nazionale dalle telecamere di “Non è l’Arena” è un Comune che sprofonda nel ludibrio generale, tra avvisi di garanzia – 29 su 32 degli eletti sono coinvolti in “Gettonopoli” – e imbarazzanti immagini di una politica piombata in un autentico “pantano”, al punto che l’ultima seduta del Consiglio comunale è datata metà novembre 2019, cioè oltre due mesi fa. Poi, il nulla. È innegabile che è troppo facile sparare sulla Calabria come se fosse la Croce Rossa, come fa “Non è l’Arena” veicolando un messaggio solo distruttivo e superficiale, affidato tra l’altro a opinionisti abbastanza improbabili e anche già abbastanza screditati. Resta però il dato di una politica catanzarese che in queste ultime ore sta toccando un punto bassissimo della propria storia, quasi consegnandosi nelle mani un destino ineluttabile contro il quale qualcuno però prova a ribellarsi.
Il primo è il capogruppo di “S&D” Roberto Guerriero, uno dei tre non indagati in “Gettonopoli”, che parla di classe politica inadeguata e invita alla riflessione anzitutto l’opposizione, affinché venga data «ai catanzaresi una valida alternativa a questa amministrazione». Poi, Fabio Celia di “Fare per Catanzaro”, che a sua volta invoca un eloquente “dimettiamoci tutti” perché – scrive – «è nostro dovere di consiglieri comunali lanciare un messaggio di trasparenza alla città di Catanzaro, a quei cittadini che hanno votato il nostro nome per essere rappresentati a Palazzo De Nobili», mentre Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco di Cambiavento” rompono gli indugi gettando definitivamente la spugna. La “slavina”, insomma, sembra sia partita, anche se si registra il surreale silenzio sull’intera vicenda del sindaco Sergio Abramo e della sua maggioranza, che hanno lasciato la croce sulle spalle del solo presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni, pur non essendo Polimeni indagato in “Gettonopoli”. È, questo, un altro spezzone del malinconico film che si sta proiettando in queste ore a Catanzaro con l’interpretazione di una politica catanzarese che sembra davvero ai titoli di coda. Mentre c’è chi ancora continua a portare avanti una campagna elettorale che è stata un’altra dei motivi dell’”impasse” della politica catanzarese in queste ultime settimane, occupate dai big in posizionamenti, “opportunismi” e manfrine elettorali che pure sembravano impensabili fino a qualche tempo, come l’”abbraccio” dello stesso Abramo al leader della Lega, Matteo Salvini. Un abbraccio suggellato nel palazzo di Città e nel nome di un “modello Catanzaro” che forse tanto modello non è. Gli analisti comunque sono pronti a scommettere che non passerà molto e questa consiliatura finirà anticipatamente, a metà della sua corsa: ma in ogni caso, è già “viale del tramonto” per tanti e notte fonda sul Comune. (redazione@corrierecal.it)

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