CATANZARO Un’udienza pubblica, questa è l’istanza che ha avanzato la difesa del Procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini riguardo all’udienza cautelare che sarà celebrata davanti al Consiglio Superiore della Magistratura il 23 gennaio 2020. Le ragioni di avere una seduta aperta consistono, scrive l’avvocato del procuratore Ivano Iai nella «necessità di tutela dell’immagine del Procuratore Generale Lupacchini, oggetto di diverse centinaia di insulti che, precipitati in rete con inusitata virulenza (soprattutto attraverso socialnetwork) hanno ingenerosamente e immotivatamente apostrofato il magistrato con espressioni offensive della sua dignità personale e professionale».
L’avvocato, precisa in una nota, di avere già segnalato al Csm «il vulnus all’assoluto riserbo che avrebbe dovuto caratterizzare la procedura, a carico dello stesso dottor Lupacchini, in Prima Commissione, a suo tempo concretizzatosi con la reiterata fuga di notizie relativa agli atti di precedente procedura riservata, da cui è derivata la diffusione di notizie distorte, con grave pregiudizio per il magistrato interessato». Il procuratore, da quanto si apprende temerebbe per la propria incolumità.
«Ferma restando la necessità – scrive l’avvocato Iai –, costituzionalmente garantita, di una corretta informazione pubblica sul prospettato trasferimento del dottor Lupacchini e sulla complessa vicenda di specie, appare inoltre indispensabile portare a conoscenza della collettività, nei minimi dettagli, fatti estremamente gravi in ragione dei quali il dottor Lupacchini vede aggravarsi ulteriormente il pericolo per la propria incolumità. Sempre in data odierna, sono stati richiesti gli esiti degli esposti – assolutamente indispensabili per la difesa del Procuratore Generale Lupacchini – da questi a suo tempo inoltrati al ministro della Giustizia e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, relativi alle criticità riscontrate anche in materia di coordinamento e collegamento tra Procure».
PRATICA A TUTELA DI GRATTERI I difficili rapporti tra il procuratore generale Lupacchini e il procuratore Gratteri sono risalenti nel tempo e non è la prima volta che il Consiglio Superiore della Magisratura deve intervenire. Ultima in ordine di tempo è la notizia, risalente al 9 gennaio scorso relativa alla decisione della Prima Commissione del Csm di aprire una pratica a tutela del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. L’iniziativa è legata alle accuse rivolte al magistrato dal Pg di Catanzaro Otello Lupacchini e dalla parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio.
Lupacchini in un’intervista a un’emittente televisiva nazionale, Tgcom24, – qualche giorno dopo la maxi-operazione della Dda guidata da Gratteri “Rinascita-Scott” – aveva parlato di «evanescenza di molte operazioni della procura di Catanzaro» e aveva lamentato di aver appreso i nomi degli arrestati e le ragioni dei provvedimenti dalla stampa. Bruno Bossio aveva definito l’operazione di Gratteri uno «show», destinato a finire «in una bolla di sapone come il 90% delle sue indagini», con un unico scopo: «colpire la possibilità di Oliverio di ricandidarsi». Un commento da cui aveva preso le distanze il Pd prima della sua cancellazione. A chiedere l’apertura della pratica a tutela di Gratteri erano stati i togati di Magistratura Indipendente e il laico del M5s Fulvio Gigliotti, quest’ultimo con riferimento solo al commento della parlamentare del Pd. Commento che era stato postato su Facebook, ma poi rimosso.
La Prima Commissione del Csm ha aperto nei confronti di Lupacchini la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Secondo la Commissione avrebbe delegittimato pubblicamente l’operato di Gratteri. Lo scorso 13 gennaio la Prima Commissione ha ascoltato per cinque ore il procuratore genrale di Catanzaro. Anche prima di quella udienza l’avvocato Lai aveva chiesto che la seduta fosse pubblica ma la richiesta è stata respinta.
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