ROMA Si fa sempre più critica la posizione del procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, su cui già pende una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale. Non solo nei suoi confronti è stata avviata l’azione disciplinare. Ma sia il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sia il Pg della Cassazione Giovanni Salvi, hanno chiesto alla Sezione disciplinare del Csm di trasferire subito Lupacchini con un provvedimento cautelare, da adottare cioè in via di urgenza, prima che si celebri il processo davanti al tribunale delle toghe.
L’udienza è già stata convocata per il 23 gennaio. E si terrà a porte chiuse, a meno che venga accolta la richiesta di pubblicità del difensore di Lupacchini, l’avvocato Ivano Iai. A far finire il Pg di Catanzaro nei guai sono le stesse contestazioni alla base della procedura avviata dalla Prima Commissione del Csm. Cioè aver delegittimato pubblicamente il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, con un’intervista televisiva fatta dopo il blitz contro la ‘ndrangheta che ha portato in carcere oltre 300 persone nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott. E aver offeso il Csm per aver pubblicato su Facebook una petizione di sostegno a un magistrato del suo distretto, il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, trasferito d’ufficio da Palazzo dei marescialli a seguito di un’indagine della procura di Salerno.
Le accuse a Gratteri nascevano da un’intervista al Tgcom in cui Lupacchini aveva detto, secondo la contestazione: «I nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione sulla stampa che evidentemente è molto più importante della procura generale contattare e informare. Al di là di quelle che sono poi, invece, le attività della procura generale, che quindi può rispondere soltanto sulla base di ciò che normalmente accade e cioè l’evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della procura distrettuale di Catanzaro stessa».
Davanti al Csm Lupacchini si era difeso spiegando che da parte sua non c’era alcun intento di offendere nessuno. E che non aveva mai fatto alcun riferimento nell’intervista all’inchiesta Rinascita Scott. «Il Pg ha parlato di vicende del passato ed è stata la Cassazione a usare il termine evanescenza richiamato da Lupacchini» spiega il suo l’avvocato Iai, che spiega poi perché ha chiesto la pubblicità dell’udienza. C’è la «necessità» di tutelare l’immagine del Pg, «oggetto di diverse centinaia di insulti che, precipitati in rete con inusitata virulenza (soprattutto attraverso social network) hanno ingenerosamente e immotivatamente apostrofato il magistrato con espressioni offensive della sua dignità personale e professionale». Appare inoltre «indispensabile – sostiene il legale – portare a conoscenza della collettività, nei minimi dettagli, fatti estremamente gravi in ragione dei quali il Dott. Lupacchini vede aggravarsi ulteriormente il pericolo per la propria incolumità».
Quali siano questi fatti l’avvocato lo spiegherà all’udienza del 23. Intanto nota che il Pg, «magistrato integerrimo, che si è limitato a esercitare le sue funzioni, è stato lasciato solo». Mentre «nessuno ha detto nulla sul fatto che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio abbia preso posizione netta per Gratteri e che il procuratore di Catanzaro abbia recentemente ricevuto un esponente dell’opposizione, il leader della Lega Matteo Salvini».
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