di Fabio Benincasa
LAMEZIA TERME Impianti senza agibilità, palazzetti chiusi, piste d’atletica abbandonate. Fare sport in Calabria è assai complicato. Lo sviluppo della pratica sportiva, infatti, riscontra forti limitazioni in quelle zone dell’Italia dove si registrano inferiori disponibilità economiche, bassi livelli d’istruzione, inadeguata dotazione impiantistica e infrastrutturale. E non sarà un caso se come si legge nel rapporto “I numeri dello Sport” redatto dal CONI, oltre la metà dei praticanti sportivi è concentrata nell’area Nord del Paese: 29,8% nel Nord-Est e 24,3% nel Nord-Ovest. Nelle regioni centro-meridionali le quote scendono rispettivamente al 22,3% e 15,4%. E i dati diventano impietosi se si prendono in considerazione altre due variabili: quella relativa a chi pratica in maniera continuativa l’attività sportiva in Calabria (15,9%) e la percentuale di chi, invece, non pratica nessuno sport e non dedica del tempo all’attività fisica (51,4%).
IL NODO IMPIANTI «La Calabria come tutto il sud ha un deficit in ambito impiantistico che va colmato» sostiene in una intervista al Corriere della Calabria il presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli. «Non è importante avere molti impianti – continua – vanno realizzati dove è necessario e devono essere gestiti in maniera corretta. Bisogna privilegiare le società che svolgono al meglio l’attività di base». In merito al nodo impianti, Barelli non ha dubbi: «In Calabria è necessario ristrutturare quelli già presenti sul territorio e concentrare gli sforzi per realizzare strutture adeguate ad ospitare delle gare. E’ impensabile – ad esempio – non poter disporre di una vasca coperta da 50 metri, fondamentale per permettere lo svolgimento di manifestazioni internazionali o di grande rilievo nazionale».
NUOTO Per fortuna c’è il nuoto. «In Italia vive un momento d’oro – aggiunge Barelli – è uno sport completo non solo dal punto di vista agonistico. Svolge un importante ruolo sociale». «Ecco perché – conclude Barelli – ho ritenuto necessario incontrare (a Lamezia Terme) tutte le società sportive di nuoto calabresi, ascoltare le loro richieste e sostenerne i progetti».
Infine, il numero uno della federazione nuoto lancia un appello al futuro governatore della Calabria: «Non metta lo sport in secondo piano».
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