di Alessia Truzzolillo
CATANZARO «La ‘ndrangheta è un fenomeno planetario, abbiamo riscontrato la presenza di locali in regioni che fino a qualche anno fa non venivano prese nemmeno in considerazione. Abbiamo riscontrato collegamenti internazionali. Lo spaccato che dà la relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia mostra la presenza di nuovi reati che sono quelli che consentono alla criminalità organizzata di guadagnare di più. Se prima la ‘ndrangheta basava i propri guadagni sui finanziamenti illeciti adesso abbiamo visto che si è specializzata nel creare le cosiddette “lavanderie” che con sovrafatturazioni, fatturazioni false, intestando società a soggetti nullafacenti, permettono all’imprenditore malato di giustificare spese eccessive e quindi lavare i soldi sporchi guadagnati in altro modo. Questo modus operandi si sta spargendo a macchia d’olio su tutto il territorio della Penisola».
Il nuovo direttore della sezione di Catanzaro della Direzione investigativa antimafia, Giuseppe Emiddio, ha presentato mercoledì alla stampa la relazione semestrale della Dia per quanto riguarda il distretto di Catanzaro ma non solo. «Sono stati documentati affari che vanno al di fuori del territorio italiano – ha spiegato Emiddio – proprio perché così facendo i soldi spariscono e consentono alle associazioni criminali di guadagnare ulteriormente e incrementare la propria forza».
Nel distretto di Catanzaro – che comprende le province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone – Emiddio sottolinea la presenza attiva nelle cosche delle donne, «le dame di carità, quelle che si occupano dei soggetti che sono rimasti all’interno del territorio locale e sono in carcere. C’è una evoluzione, la ‘ndrangheta non è più un fenomeno folkloristico, legato a convenzioni arcaiche ma è una holding che non perde occasione per arricchirsi».
Altro grosso problema, già evidenziato ma in forte espansione, è «il cordone ombelicale la ‘ndrangheta e la pubblica amministrazione che non è scevra da condizionamenti come si evince dalle ultime operazioni antimafia, dagli scioglimenti dei consigli comunali e, a Catanzaro, dallo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale». «Questo dimostra – dice Emiddio – che qualsiasi pezzo della società lasciato senza presidio viene contaminato e pervaso dalle cosche. La guardia deve restare sempre alta e i segnali recepiti immediatamente e in maniera corretta per evitare che gli stessi soggetti tornino sempre a divenire protagonisti delle attività criminali sul loro territorio».
Emiddio, siciliano, è arrivato alla Dia di Catanzaro da pochi giorni. L’incarico precedentemente ricoperto era quello di dirigente del commissariato di Adrano, comune che fa parte della città metropolitana di Catania. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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