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Raso: «Agroalimentare asset economico più importante in Calabria»

Il candidato nella lista della Lega riflette sulle possibilità che il settore agricolo rappresenta per l’intera regione, non solo al centro dello sviluppo anche le aree rurali e i borghi

Pubblicato il: 22/01/2020 – 17:11
Raso: «Agroalimentare asset economico più importante in Calabria»

CATANZARO «Tutti i dati ci confermano come l’agroalimentare sia per la nostra regione uno degli asset economici ed occupazionali più importanti; le produzioni agricole – anche grazie al loro profilo identitario e tipico – contribuiscono al Prodotto interno regionale e costituiscono per la Calabria uno straordinario veicolo di promozione territoriale». Lo afferma in una nota il candidato alla carica di consigliere regionale Pietro Raso. «All’agroalimentare, sulla base di una tendenza che caratterizza i flussi turistici, si associa un’altra e ben più grande opportunità, oggi le scelte turistiche sono sempre di più orientate dal desiderio di scoprire luoghi, di ammirare contesti storici, ambientali e naturalistici ma in abbinamento con la possibilità di vivere esperienze enogastronomiche. Questa premessa, certificata dai numeri e da ogni analisi di settore,  deve costituire il punto di partenza per le strategie di investimento regionale che, per forza di cose, devono sempre di più mettere assieme le risorse destinate al sostegno dello sviluppo agricolo ed i fondi che riguardano altri decisivi comparti come i beni culturali, la valorizzazione ambientale, la tutela e la promozione delle aree protette.  Ciò di cui abbiamo assoluto bisogno è un approccio integrato che sostenga e promuova le produzioni agroalimentari, valorizzi la loro forte riconoscibilità, colleghi il patrimonio agricolo regionale alle risorse storiche, culturali, artistiche, archeologiche ed ambientali. Da questo punto di vista urge un deciso cambio di passo e di strategia, occorre passare metodologicamente dai sostegni agli investimenti, dai singoli interventi – spesso non coordinati – a piani di sviluppo omogenei ed intersettoriali; è senz’altro una prospettiva faticosa ma è senza dubbio necessario. Penso, ad esempio, alla necessità di rilanciare l’esperienza dei “distretti agroalimentari” coordinandoli con “distretti culturali ed ambientali” in una logica che, per determinate aree della regione, possa contare su risorse consistenti, certe e ben orientate. Va detto, ad esempio, che la recente scelta compiuta dalla Giunta regionale uscente in ordine al bando per la valorizzazione dei borghi è quanto di più sbagliato possa esserci essendo stata orientata non ad interventi organici ma ad un diffuso e piccolo sostegno per tutti; è la logica del consenso fine a se stesso che dovremmo assolutamente ribaltare. La concentrazione delle risorse, la definizione degli interventi, il coordinamento con le Istituzioni locali ed un serrato cronoprogramma di investimenti e risultati è invece la sfida che ci attende.  Infine sull’agricoltura, come testimoniato dalle analisi sulle performance della nostra regione, occorre essere pienamente consapevoli del ruolo e del peso economico-occupazionale di questo comparto, i sostegni garantiti attraverso il Piano di Sviluppo Rurale sono ingenti ma devono essere più efficaci soprattutto per quanto riguarda i percorsi burocratici ed i tempi che intercorrono tra la pubblicazione dei bandi e la definitiva approvazione delle graduatorie. Nel mentre dovrà essere gestita la parte finale del Piano di Sviluppo Rurale quasi giunto al termine, la nostra regione ha davanti a se una sfida ancor più ambiziosa e cioè quella di tutelare il sistema agricolo calabrese di fronte alla riforma della Pac e delle modalità di distribuzione dei fondi che potrebbero  avere effetti negativi se non adeguatamente affrontati».

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