CATANZARO Bivio, ultima spiaggia, occasione imperdibile. A 48 anni di distanza da quanto scrisse sul “Corriere della Sera” Pasquale Saraceno, secondo il quale il divario tra Nord e Sud si sarebbe colmato proprio nel 2020, la Calabria, invece, è sempre più immersa nel gorgo di una condizione di sottosviluppo. Al punto che, a livello europeo, occupa il 255/mo posto nella classifica delle 260 regioni dell’Ue. Poco o nulla, dunque, è cambiato da allora. É per questo che Unindustria Calabria ha redatto un documento “Calabria 2030, competitiva, aperta, inclusiva” che è stato sottoposto ai candidati presidenti Carlo Tansi, Pippo Callipo, Francesco Aiello e Jole Santelli. È partito proprio dai contenuti della piattaforma di priorità indicate dagli imprenditori per «una regione più sviluppata e prospera, con un alto tenore della qualità della vita, aperta al cambiamento, con più occupazione e integrazione di tutte le sue componenti sociali in un ambiente sostenibile e sicuro», il confronto che il leader degli imprenditori calabresi Natale Mazzuca, assieme a Giovan Battista Perciaccante, numero uno di Ance Calabria, ha sviluppato, assieme ai presidenti provinciali di Catanzaro, Aldo Ferrara, di Cosenza, Fortunato Amarelli, e di Crotone, Mario Spanò, ed ai rappresentanti delle varie categorie produttive con gli aspiranti governatori in corsa nelle elezioni del 26 gennaio. Tante e tutte acute le note dolenti: dalla burocrazia asfissiante alle problematiche del credito, dalla rimodulazione delle risorse e degli interventi, dalla legalità al ruolo di Fincalabra, al lavoro che manca per tutti e, in particolare, per giovani e donne, alle sfide di ricerca e innovazione, alla sanità. «La nostra piattaforma – ha detto il presidente Mazzuca, che è anche componente del Comitato Mezzogiorno di Confindustria – non è la lista della spesa ma la visione di come la Calabria dovrà essere nei prossimi 10 anni. Piccolo – ha aggiunto – non è più bello come accadeva in passato. Adesso si pone un problema di competitività delle imprese calabresi. In momenti come questo, è ancora più determinante la qualità delle istituzioni e delle politiche economiche». Ad avviare il giro di incontri “vis à vis” era stato venerdì scorso Carlo Tansi, candidato civico, che aveva sottolineato la necessità di compiere un intervento chirurgico sulla burocrazia regionale, riconfigurando l’organizzazione dei Dipartimenti, a partire anche dal loro numero ridondante, ed evitando la sovrapposizione di compiti e competenze. «La Regione è gestita, in via prevalente – secondo Tansi – da dirigenti e/o funzionari poco propensi alla collaborazione e senza visione di insieme. Ci vuole contaminazione positiva, a partire dai tanti dipendenti con competenze che vengono messi da parte. E’ utilissimo il confronto con le associazioni di categoria e lo sarà ancora di più, qualora fossi eletto, per la scelta degli assessori». L’imprenditore Pippo Callipo, candidato del centrosinistra e che degli industriali calabresi è stato presidente, ha parlato di «ritorno a casa», confermando la sua volontà di mettere in atto, se eletto, una «vera rivoluzione, anche se non cruenta». «La legalità – ha sostenuto Callipo – è una precondizione e i cittadini dovranno rendersi conto da subito del cambiamento. L’ascolto, come è accaduto nel mio lavoro, sarà l’elemento centrale dell’attività basata su meritocrazia e competenza. Obiettivi saranno riportare la Regione alla normalità e rispondere alle esigenze dei cittadini». Si è definito un «politecnico» il docente universitario Francesco Aiello, che ha lamentato «la mancanza di confronto diretto tra i candidati presidente. In questa campagna elettorale – ha detto Aiello – non si parla e non si discute. Un fatto diseducativo e che risponde ad una strategia mirata a tenere basso il profilo della disputa politica». Sul piano delle proposte il candidato civico M5s ha indicato «la necessità di investire risorse sulla Zes di Gioia Tauro per realizzare il polo agroindustriale» e di «creare le zone economiche ambientali puntando sulla risorsa natura, defiscalizzando e impiantando attività ecocompatibili». «Dobbiamo liberare risorse – ha detto Jole Santelli, candidata del centrodestra – e non si può vivere solo con i fondi strutturali. Le scelte sullo sviluppo vanno fatte insieme, ma operando per invertire la rotta attuale. Non credo ad un presidente o a una “squadra factotum”. La politica deve avere il giusto peso, ma non escludo i tecnici. La sfida vera è trovarne di bravi e seri. La Zes? Così com’è fatta non aiuta. La mia idea è quella di una Regione che programma e non gestisce. Un’alleanza per fare ripartire la Calabria – ha concluso Santelli – è possibile». (di Clemente Angotti, ANSA).
x
x