CATANZARO Le associazioni Uneba, Anaste, Aris, Aiop, Agidae, Crea Calabria, che rappresentano la quasi totalità delle strutture accreditate col Servizio sanitario regionale, hanno scritto al Ministero, al commissario alla Sanità calabrese, ai vertici delle Asp e e alle Prefetture per denunciare che «a fronte di un fabbisogno maggiore, il Commissario ha messo le Aziende sanitarie nelle condizioni di poter acquistare meno prestazioni rispetto al passato, aumentando il gap tra il fabbisogno (posti accreditati in base alla programmazione) e l’offerta dei servizi (prestazioni contrattualizzate)».
La Calabria, sempre secondo le associazioni, continua ad occupare, da diversi anni, l’ultimo posto nella valutazione del Ministero sul monitoraggio del rispetto dei livelli essenziali di assistenza. «Il disastro della Sanità calabrese – riportanoUneba, Anaste, Aris, Aiop, Agidae, Crea Calabria – è così evidente che il Comitato permanente per la verifica dei Lea in diversi incontri con il commissario ad acta per la Regione Calabria, ha evidenziato la necessità di ridefinire la rete di assistenza territoriale aggiornando i parametri. Esigenze ribadite dal Consiglio dei ministri che incaricò Cotticelli anche per garantire l’assistenza territoriale e per far rispettare il Lea. Aggiornare i parametri di misurazione relativi alla popolazione per il rispetto dei Lea comporta, evidentemente, la necessità di aumentare le prestazioni da fornire sul territorio – insistono – perché i dati reali hanno sempre evidenziato una sottostima del fabbisogno rispetto alle esigenze. In conseguenza di ciò, con atto di programmazione regionale, sono stati previsti diversi nuovi accreditamenti che dovrebbero migliorare l’offerta sanitaria e socio sanitaria regionale».
«Purtroppo, però, così non è», sottolineano le associazioni. Il riferimento è al Dca numero 4 approvato il 7 gennaio scorso «ha approvato i livelli massimi di finanziamento alle Asp per l’acquisto di prestazioni di assistenza territoriale per l’anno 2020».
Alle associazioni risulta che «le somme proposte alle Asp fossero superiori al budget messo a disposizione. Le determinazioni del Commissario, ingiuste ed in contrasto con il compito affidatogli dal Governo – è la sottolineatura di Uneba, Anaste, Aris, Aiop, Agidae, Crea Calabria – portano a pensare che le ulteriori prestazioni programmate, accreditate ed in via di accreditamento (quindi già riconosciute come compatibili con la programmazione sanitaria regionale), saranno utilizzate esclusivamente per migliorare la valutazione della Calabria ai tavoli di verifica, ma non saranno certamente messe a disposizione dell’utenza che continuerà a soffrire per l’inadeguatezza della reale offerta». Le associazioni chiedono pertanto «un incontro urgente per discutere delle stringenti problematiche del settore e di conoscere quali sono stati i principi ispiratori della decisione».
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