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«Catanzaro e le “alchimie” di Palazzo»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 27/01/2020 – 12:59
«Catanzaro e le “alchimie” di Palazzo»

Le elezioni regionali hanno rappresentato per il sindaco di Catanzaro l’occasione per procrastinare la crisi avviata a Palazzo santa Chiara dalle stesse forze di maggioranza. E fino a questo punto si può parlare di strategia politica per guardarsi ulteriormente intorno e sperare in un qualche spiraglio che ritorni a dare respiro ad Abramo e a quel che resta della sua squadra. Ciò che, invece, è pura mistificazione, è leggere che, per evitare il commissariamento del Comune, si aspettino i risultati delle elezioni regionali e se la coalizione di destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) ottenesse la maggioranza, si potrebbe pensare ad una nuova maggioranza differente da quella entrata in crisi, cooptando anche la Lega.
Cosa dire? Che la fantasia non conosce limiti? Dando per possibile la cooptazione di elementi leghisti in una più che improbabile nuova giunta comunale, con quali voti pensa il sindaco di ottenere la fiducia? Gli uomini di Salvini, fino a prova del contrario, non hanno rappresentanza nell’assise comunale sicché il “progetto” risulta l’ennesima trovata al solo fine di perdere tempo. Bisogna capire che la sfiducia non è solo politica, ma è soprattutto di sistema. O qualcuno pensa che sia entrata nel dimenticatoio l’indagine “Gettonopoli”? Sotto inchiesta c’è tutta la maggioranza politica che deve rispondere anche dei danni morali e di immagine causati alla città dal business delle commissioni.
Si vorrebbe evitare una crisi istituzionale? E da parte di chi, delle stesse persone che si ritiene che l’abbiano causata? Non solo sembra illogico, quanto anche un atto di prepotenza politica senza precedenti. Bisogna essere spregiudicati nel pensare “rimedi” del genere che significano rimescolare le carte come se nulla fosse accaduto? Forse è bene rammentare che la vicenda riguarda 29 consiglieri su 32 che la Procura della Repubblica ha indagato per essersi fatti rimborsare gettoni di presenza senza avere partecipato alle riunioni delle commissioni consiliari così come si evince dai verbali delle sedute delle commissioni o, se si vuole, come dimostrano le immagini registrate dalle telecamere nascoste.
In tali condizioni, può essere ritenuta legittima la proposta del sindaco di evitare il commissariamento del Comune? Anche se per dare peso alla proposta Abramo cita alcuni progetti che l’amministrazione comunale avrebbe avviato da tempo? I progetti seguiranno l’iter naturale e comunque sarà l’eventuale Commissario o la prossima Giunta comunale a vigilare sul buon fine delle pratiche. Ma non può essere certamente la vigilanza su questi atti amministrativi a consentire ad un consesso molto discusso di rimanere nell’esercizio delle sue funzioni come se nulla fosse accaduto.
*giornalista

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