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REGIONALI 2020 | Chi torna (e chi perde la poltrona) nel nuovo consiglio regionale

Prende forma il nuovo Consiglio Regionale della Calabria: tra tante riconferme e qualche “pesante” bocciatura. I cambi di casacca si rivelano dei boomerang per D’Acri, Sergio, Pasqua e Scalzo. Crol…

Pubblicato il: 27/01/2020 – 17:26
REGIONALI 2020 | Chi torna (e chi perde la poltrona) nel nuovo consiglio regionale

di Fabio Benincasa e Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Tante riconferme e qualche “pesante” bocciatura. A urne chiuse, prende forma il nuovo Consiglio Regionale della Calabria.
CHI TORNA Raddoppia i voti conquistati nelle regionali del 2014 (6.531) il candidato più votato di Forza Italia Gianluca Gallo che ottiene 12.053 preferenze. Tra gli azzurri, riconferme anche per Mimmo Tallini (8.009 voti ottenuti) in lieve flessione rispetto al dato del 2014 (9.939) e Domenico Giannetta forte di 6.483 preferenze. Il medico chirurgo e già sindaco di Oppido Mamertina era entrato a far parte del precedente Consiglio regionale della Calabria dopo la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Alessandro Nicolò. Nel 2014 aveva ottenuto 4.084 voti. Buona la performance di Sinibaldo Esposito, eletto nel 2014 con 6.401 voti e riconfermato consigliere con 10.281 preferenze. Trova posto in Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo (con 8.649 voti), eletto nella precedente tornata elettorale con 5.920 preferenze nella circoscrizione Sud con il Nuovo Centro Destra.
Nessuna ripercussione dopo il cambio di casacca per Giuseppe Neri, eletto consigliere regionale con il centrosinistra nella precedente legislatura (5.000 preferenze) ed oggi nuovo alfiere della coalizione di centrodestra grazie a 7.378 voti conquistati con Fratelli d’Italia. Cambia lista, perde oltre 4.000 voti ma ritorna in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano eletto nel 2014 con la Casa delle Libertà con 9.041 preferenze ed oggi primo eletto nella lista Udc con 4.877 voti. Il fondatore del Movimento “Il coraggio di cambiare l’Italia” nel novembre del 2017 era stato costretto a lasciare il posto a Gianluca Gallo (leggi).
Nel centrosinistra sorride Nicola Irto, presidente del consiglio regionale nell’ultima legislatura che migliora il risultato delle regionali del 2014 quando ottenne 12.014 preferenze. Torna in Consiglio con 12.568 voti. Dati in flessione ma riconferme per Domenico Bevacqua (nel 2014 eletto con 8.323 voti, nel 2020 con 7.521); Carlo Guccione (nel 2014 eletto con 14.797 preferenze e nel 2020 riconfermato con 6.263); Giuseppe Aieta (8630 voti conquistati nel 2014 e 7.454 nel 2020). Perde poco più di tremila preferenze Flora Sculco, che mantiene però il suo posto nel parlamentino calabrese conquistando 6.043 voti (nel 2014 le preferenze furono 9.139).
CHI VA C’è chi sorride e chi è costretto a lasciare i banchi del Consiglio regionale e qualcuno addirittura abbandona Palazzo Campanella dopo molte legislature vissute da protagonista. E’ il caso di Pino Gentile, candidato nella circoscrizione Nord con la Casa delle libertà. Ha raccolto 7.821 voti, in calo rispetto agli 11.099 del 2014. Costa caro il cambio di casacca a Mauro D’Acri. L’ex consigliere regionale con delega all’Agricoltura – eletto nel 2014 con 6.561 voti nella lista “Oliverio Presidente” – ha dimezzato i propri voti: 3.298 quelli raccolti nella lista “Jole Santelli Presidente”.  Non ha convinto gli elettori di centrodestra neanche Vincenzo Pasqua: eletto nel 2014 nella lista “Oliverio presidente” con 4.798 preferenze, e nelle ultime elezioni sostenuto dalla lista “Jole Santelli presidente”. Solo 2.261 i voti raccolti. Il passaggio da una coalizione all’altra si è rivelata un boomerang per Antonio Scalzo, eletto nelle precedenti elezioni regionali, tra le fila del Pd con 13.231 voti. Il suo passaggio all’Udc ha convinto solo 4.364 elettori, troppo pochi per ottenere una riconferma. Salutano Palazzo Campanella, Domenico “Mimmetto” Battaglia (Pd), passato dai 10.457 voti del 2014 ai 6.244 del 2020, Michelangelo Mirabello e Franco Sergio. L’ex presidente della commissione sanità nella Giunta Oliverio, ha ottenuto 3.404 preferenze, Sergio solo 2.367.  I due, nel 2014, avevano raccolto rispettivamente 10.148 e 6.703 voti.  Fuori dai giochi Giuseppe Giudiceadrea e Giuseppe Pedà: nel 2014 erano state rispettivamente 5.502 e 5.009 le preferenze, questa volta hanno ottenuto 4.598 e 4.826 voti. Stessa sorte è toccata a Giovanni Nucera (Pd), nel 2014 aveva conquistato un posto in Consiglio con 3.366 voti, nel 2020 ha convinto 4.979 elettori. Numeri in crescita ma non sufficienti per tornare a Palazzo Campanella.
 

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