COSENZA Smaltita la delusione per l’ingresso in consiglio regionale mancato per una manciata di voti, il candidato del M5S Francesco Aiello parla con il Corriere della Sera. E, inevitabilmente, risponde al senatore (e presidente della Commissione parlamentare antimafia) Nicola Morra che, ieri, dalle colonne dello stesso quotidiano, aveva spiegato di non aver votato per lui, visto che le scelte del Movimento in Calabria non lo avevano convinto. Il prof dell’Unical ha una teoria sulla scelta di Morra: «Il suo obiettivo è quello di scalare il Movimento e di sostituirsi a Di Maio. Per questo mi attacca». Azioni locali, finalità nazionali, per un politico che Aiello metterebbe «in panchina, ma non mi interessa. Per me Rousseau è solo un filosofo».
Morra ha parlato di «ambiguità», nell’intervista post-voto in cui ha motivato il proprio disimpegno. Aiello (che non torna sulle vicende che riguardano il proprio cugino accusato di essere membro di un clan e ucciso cinque anni fa) risponde che il parlamentare «ha sostituito la cultura del rispetto con quella del sospetto. L’ha usata per delegittimare il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ma non i fratelli Gentile». Lo scopo sarebbe quello di «stuzzicare la pancia degli attivisti che vivono di giustizialismo». E, per chiudere, secondo il prof dell’Unical Morra non farebbe bene neppure il proprio mestiere di presidente dell’Antimafia. «Ha affossato le denunce di Dalila Nesci e Francesco Sapia. Di lui si ricorda solo la denuncia per l’acquisto di mangime del canile di Donnici», dice Aiello. Tanto per chiarire che il voto in Calabria qualche (eufemismo) scoria l’ha lasciata.
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