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Appalti “truccati” per il rischio idrogeologico, sigilli ai beni dell’ex commissario

I finanzieri di Catanzaro hanno sequestrato beni per 2,8 milioni a Domenico Percolla e al suo collaboratore Francesco Carmelo Vazzana. Avrebbero utilizzato illecitamente i fondi per realizzare rili…

Pubblicato il: 29/01/2020 – 10:41
Appalti “truccati” per il rischio idrogeologico, sigilli ai beni dell’ex commissario

CATANZARO Beni immobili, conti correnti, quote societarie e attività finanziarie per complessivi 2.851.889 euro sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, su disposizione della procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria, a Domenico Percolla, ex commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico della Calabria (attualmente commissario prefettizio di un comune siciliano) e al suo principale collaboratore, Francesco Carmelo Vazzana.
I due dirigenti, secondo gli inquirenti, nel periodo 2011-2015, avevano indebitamente utilizzato fondi pubblici erogati dal ministero per l’ambiente e la tutela del territorio e del mare, destinandoli irregolarmente alla realizzazione di rilievi cartografici e satellitari per lo studio della pericolosità idrogeologica del territorio calabrese. Per queste condotte, nel settembre 2019 la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria aveva condannato i due dirigenti pubblici a risarcire il ministero, rispettivamente, per 2.164.089 di euro e per 687.800 euro.
L’INCHIESTA Dalle indagini è emerso, inoltre, che alcune prestazioni eseguite erano state contabilizzate e fatturate senza un preciso criterio di determinazione, ostacolando di fatto la ricostruzione del reale ammontare dovuto all’ente. Inoltre, i rilievi cartografici richiesti dalla struttura speciale sarebbero stati non solo indebitamente disposti ma anche inutili perché il rilevamento geografico non rientrava nei compiti istituzionali del Commissario e perché le carte geografiche e le mappature del territorio erano già disponibili e accessibili alla pubblica amministrazione per mezzo del “Geoportale nazionale” gestito proprio dal Ministero dell’ambiente. La circostanza era stata a più riprese segnalata nel 2012 ma la struttura speciale del Commissario pro tempore aveva comunque continuato a far svolgere e a pagare gli accertamenti cartografici. Da qui, nel settembre del 2019, la condanna dei due dirigenti pubblici da parte della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria chiamati a risarcire il Ministero per danno erariale. Ed è stato proprio a seguito della condanna che, su autorizzazione del presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria, su richiesta della Procura contabile, che i finanzieri i finanzieri hanno posto sotto sequestro conservativo valori patrimoniali e finanziari per un importo corrispondente al danno erariale accertato.

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