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Lega, Abramo punta al coordinamento. Derby per l’assessorato all’Agricoltura (e ricorsi in vista)

I vertici locali del Carroccio incontreranno oggi Salvini. E ci sono molti nodi da sciogliere. Dal futuro ruolo del sindaco di Catanzaro ai rapporti con gli alleati. Mancuso dice no alla delega. E …

Pubblicato il: 29/01/2020 – 12:50
Lega, Abramo punta al coordinamento. Derby per l’assessorato all’Agricoltura (e ricorsi in vista)

CATANZARO La provincia più leghista in Calabria? Catanzaro. Il capoluogo più salviniano? Catanzaro (con il 17,04%; Cosenza, ad esempio, tributa al Carroccio il 6,18%). E qual è il sindaco calabrese più amato dal Capitano? Sergio Abramo. Finite le domande, proviamo a delineare uno scenario che si è andato formando nelle scorse settimane e continua a prendere forma.
Abramo e la Lega flirtano da tempo. Fin da quando, con il suo veto, Salvini ha sbarrato la strada alla candidatura di Mario Occhiuto a governatore. «Ci sono ottimi sindaci in Calabria», disse il leader del Carroccio alludendo proprio al primo cittadino di Catanzaro. Qualche mese – e alcuni scenari fantapolitici – dopo Abramo non ha spuntato la candidatura alla presidenza della giunta regionale e si trova a gestire una crisi di maggioranza generata dall’esplosione dell’inchiesta “Gettonopoli”. Parrebbe una via di fuga perfetta: da palazzo de Nobili alla Cittadella. Ma il sindaco ha già fatto sapere che non ha intenzione di fare l’assessore regionale. E allora l’avvicinamento alla Lega – confermato dall’incontro con Matteo Salvini a Catanzaro – potrebbe tramutarsi in un ruolo più politico: il coordinamento regionale della Lega. Il cambio è in divenire, ma Cristian Invernizzi, dopo una campagna d’inverno buona ma non ottima (per sua stessa ammissione) lascerà il testimone a una guida espressa dal territorio. E quella guida potrebbe essere proprio Abramo che, da coordinatore, avrà l’ultima parola su molte questioni nodali. Tutte quelle elettorali, tanto per cominciare.
IL NODO DELL’ASSESSORATO Con Invernizzi in viaggio per incontrare Salvini a Roma, le questioni aperte nella Lega non sono poche. Domina il campo la “richiesta” a microfoni accesi del Capitano a Santelli ben prima della vittoria elettorale. Il Carroccio reclama per sé la delega all’Agricoltura. Ma la scelta non sarà facile. Il derby è tra Confagricoltura e Coldiretti: Salvini (dopo un incidente istituzionale) è stato ospitato da entrambe le associazioni. Adesso è chiamato a non scontentare nessuno. L’unica certezza è che dalla contesa si è chiamato fuori Filippo Mancuso, futuro consigliere regionale in quota Abramo-Confagricoltura. Mancuso ha intenzione di svolgere il proprio mandato dai banchi della maggioranza. Se diventasse assessore, invece, per regole interne alla Lega dovrebbe dimettersi dall’assemblea di Palazzo Campanella. Avanti il prossimo, dunque.
Altro nodo da sciogliere: gli equilibri con gli alleati, sempre in prospettiva della formazione di una giunta che, Santelli lo ha già lasciato intendere, sarà molto politica. Lo scontro a distanza tra Berlusconi e Salvini è iniziato nel day after del voto. Sintesi brutale: il Cav ricorda al Capitano che «Forza Italia ha preso il doppio dei voti della Lega», Salvini risponde che il risultato elettorale è stato un successo per i suoi e si dice già pronto a mettere sul piatto i primi nomi da inserire nella squadra del centrodestra. Fratelli d’Italia, intanto, nicchia ma punta la vicepresidenza. Come inizio non c’è male.
NOVELLO VERSO IL RICORSO È appena iniziata anche la fase due delle Regionali. Quella che, dalle urne e dai seggi, si sposta nelle aule dei Tribunali amministrativi. Chiederà quasi certamente il riconteggio Luigi Novello, primo dei non eletti del Carroccio nella Circoscrizione Nord. È rimasto fuori per una manciata di voti e per “colpa” dei resti. Ora vuole una verifica dei consensi raccolti nelle sezioni, specie in alcune del proprio territorio di riferimento, il Tirreno cosentino. Come Novello si muoveranno altri candidati distribuiti tra gli schieramenti e rimasti fuori dall’aula per poche decine di voti. Sono le Regionali, bellezza. E non finiscono mai.

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