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Catanzaro, verso una nuova giunta a trazione "leghista"

“Redde ratione” tra la Forza Italia di Tallini e il sindaco Abramo salito (di fatto) sul Carroccio. Domani interpartitica (ma senza presenze “ufficiali” dei salviniani) dopo l’azzeramento della Giu…

Pubblicato il: 30/01/2020 – 18:36
Catanzaro, verso una nuova giunta a trazione "leghista"

CATANZARO È “redde rationem”. L’ultimo “duello” tra il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e il leader di Forza Italia Mimmo Tallini è dietro l’angolo, questione di 24 ore. Il primo cittadino ha appena “consumato” l’ultimo “step” prima della resa dei conti, l’azzeramento della Giunta, anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria. Un atto quasi “dovuto”, peraltro, alla luce delle evoluzioni che hanno caratterizzato il quadro politico catanzarese tra l’esplosione, anche mediatica, dio “Gettonopoli” e le elezioni regionali, che nel capoluogo hanno letteralmente stravolto, ridisegnandoli, gli assetti nel centrodestra, dopo il successo in città della Lega, “sdoganata” dallo stesso Abramo e dai suoi fedelissimi, uno dei quali, Filippo Mancuso, è approdato a Palazzo Campanella come primo degli eletti tra i salviniani. E non solo, perché le elezioni di domenica scorsa hanno anche rafforzato l’asse tra Abramo e il gruppo “gentiliano” riconducibile all’ex senatore Piero Aiello e al consigliere regionale Baldo Esposito, riconfermatissimo all’Astronave. E questi nuovi rapporti di forza nel centrodestra catanzarese domani si scaricheranno sull’interpartitica convocata per concludere la verifica nella maggioranza al Comune, alle prese con una crisi che Forza Italia ha acceso ma che adesso rischia tornare come un boomerang in faccia agli azzurri. Le dimissioni in massa che il partito di Tallini e Claudio Parente avevano annunciato una settimana fa in un documento estremamente duro contro Abramo non sono mai diventate un atto formale: quello che sembrava un “avviso di sfratto” per il sindaco è rimasto solo una minaccia, via via più debole mano a mano che alcuni firmatari del documento ritiravano la “manina”, andando a rimpolpare la “cordata” di Abramo. Un “azzardo”, quello dei talliniani, l’hanno definito gli analisti politici, alla luce anche del fatto che fin dal minuto successivo allo “strappo” dei forzisti Abramo ha lavorato a costruire una maggioranza alternativa a quella con cui è stato eletto nel giugno 2017, in pratica una maggioranza senza più Forza Italia.
Secondo quanto riferiscono fonti di palazzo de Nobili, i numeri sotto questo aspetto ci sono già, per proseguire la consiliatura con una rinnovata configurazione dell’aula consiliare, che vedrebbe la nascita ufficiale del primo gruppo della Lega nella storia del Consiglio comunale di Catanzaro e con un “intruppamento” nel Misto di consiglieri sparsi qua e là in modo da compensare così il “distacco” (l’eventuale distacco) di Forza Italia. Sono tutti scenari che l’interpartitica di domani servirà a chiarire, ma un dato sembra certo: a Catanzaro il centrodestra oggi è ben diverso da quello di qualche settimana fa, e del resto lo conferma anche il fatto che la Lega, finora esclusa dai tavoli di coalizione, sarà presente, a “spalleggiare” Abramo ovviamente, alla stessa interpartitica, così come Fratelli d’Italia e Udc. L’impressione è quella di due fronti al momento contrapposti, da una parte la Forza Italia ufficiale di Tallini e Parente e dall’altra tutto il resto, e cioè Abramo, la Lega, il gruppo Aiello-Esposito etc etc. L’obiettivo è quello di un rinnovato accordo politico finalizzato a un rilancio dell’azione della prossima Giunta, che avrà inevitabilmente una trazione leghista e dovrebbe comunque registrare più di una riconferma. Sono ore molto tese, comunque, nel centrodestra catanzarese, con gli occhi tutti puntati su Tallini e sulle sue possibili mosse, tra le quali anche quella di un appoggio esterno al nuovo esecutivo Abramo. Ma quello che succederà davvero lo si capirà solo tra 24 ore.
LA LEGA NON SARÀ ALL’INTERPARTITICA Intanto dalla Lega fanno sapere che il partito non prenderà parte all’interpartitica di domani «non avendo rappresentanti in Giunta né un gruppo consigliare. Come è giusto che sia – si legge in una nota –, le sorti dell’amministrazione comunale e il comportamento da tenere nei confronti di coloro che hanno innescato la crisi devono essere decisi in piena autonomia dai consiglieri eletti che hanno tutti gli elementi per valutare cosa sia opportuno fare». (a. cant.)

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