ROMA «Gli ingenti redditi derivanti dal traffico della cocaina garantiscono alla ‘ndrangheta una immensa liquidità, investita nei più diversi settori dell’economia, da quello edilizio-immobiliare, a quelli alberghiero e della ristorazione, dalla grande distribuzione alimentare ai giochi e alle scommesse». È quanto emerge dalla relazione del procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, nella relazione di apertura dell’anno giudiziario. In sostanza, «la ‘ndrangheta si conferma come l’organizzazione criminale più potente e pericolosa, con articolazioni ormai consolidate non solo in Calabria ma anche nel centro e nel nord Italia, oltre che in diversi Paesi europei ed extraeuropei. L’operatività e le linee evolutive confermano l’unitarietà dell’organizzazione, con sede principale nella regione d’origine e ramificazioni nei territori del nord Italia ed all’estero». Quanto ai settori di interesse,appare sempre più consolidato, innanzitutto, «il ruolo di assoluto primo piano nella gestione del traffico internazionale di stupefacenti, in particolare cocaina, attraverso i rapporti privilegiati con i cartelli del centro e sud America. La forte presenza del sodalizio in diversi Paesi del Nord Europa, con infiltrazioni nella rete logistica dei trasporti e nel commercio di merci, determina, altresì, un controllo degli imponenti scali portuali di quel territorio, non solo Anversa e Rotterdam, ma anche, per esempio, Amburgo». Le indagini, anche le più recenti, confermano «il pieno radicamento dell’organizzazione in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto, il Veneto. Le strutture ivi esistenti, per quanto in collegamento con le originarie cosche stanziali della Calabria, operano in sostanziale autonomia».
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