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Tribunale ecclesiastico, annullamento matrimoni: pesa il difetto di discrezione di giudizio

Nel corso del 2019 in cui sono state terminate 140 cause con sentenza depositata. Varone: «Atti che narrano la vita di un uomo, di una donna, di eventuali figli e di tutte le persone coinvolte»

Pubblicato il: 03/02/2020 – 20:02
Tribunale ecclesiastico, annullamento matrimoni: pesa il difetto di discrezione di giudizio

REGGIO CALABRIA È il grave difetto di discrezione di giudizio la prima causa di annullamento dei matrimoni al Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano della Calabria. Questo il dato emerso dal quadro statistico annuale illustrato dal Vicario giudiziale, mons. Vincenzo Varone, nel corso della cerimonia d’inaugurazione a Reggio Calabria dell’Anno giudiziario 2020 nella sala “Mons. Vittorio Mondello” del Seminario arcivescovile “Pio XI”. «Nel lavoro del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro – ha detto mons. Varone – ci occupiamo prevalentemente di matrimonio e ci preoccupiamo di persone che hanno vissuto esperienze dolorose di relazioni interpersonali, in cui lo Spirito Santo, ha agito, ma i soggetti coinvolti non hanno realizzato, per motivi vari, la verità di una comunione sponsale. Il nostro è un ministero difficile e complesso, un lavoro ‘pesante’ che ha, non solo nella materialità dei fascicoli, una responsabilità gravosa che si concentra nella fatica di un ‘giudizio’ che è l’anima di una realtà matrimoniale che coinvolge non solo la vita di un uomo e una donna, ma anche quella di persone-figli che hanno dei legami naturali incancellabili, e il bene di tutta la Chiesa di Cristo, popolo di Dio in cammino verso la salvezza».
I DATI Insieme alla relazione sono stati resi noti i dati dell’attività svolta nel corso del 2019 in cui sono state terminate 140 cause con sentenza depositata. Al 31 dicembre del 2018 risultavano pendenti 161 cause, ne sono state introdotte 147 nel 2019. Le cause esaminate sono state 295 e 119 quelle decise. Le cause pendenti, al primo gennaio di quest’anno, sono state 172 . Tra le cause decise con sentenza, 114 hanno avuto esito affermativo e cinque esito negativo. Nella maggioranza dei casi, con una percentuale del 52,42%, la motivazione di nullità del matrimonio è motivata da grave difetto di discrezione di giudizio. Persone che, pur essendo consapevoli del matrimonio che contraggono, e pur volendolo, non sono, però, sempre in grado di assumersi le responsabilità che ne derivano. A seguire, considerando solo le percentuali più alte, il 15,32% per esclusione della prole, l’11,29% per esclusione della indissolubilità e l’8,87% per errore sulla qualità della persona.
NULLITA’ MATRIMONIALE «Il lavoro del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro, rispetto allo scorso anno – ha detto ancora mons. Varone – è proseguito in modo ordinario ed efficace mettendo in cantiere, causa dopo causa, quanto ci viene chiesto dalla Chiesa, attraverso i nostri vescovi diocesani. Le cause di nullità matrimoniale non sono aride dissertazioni giuridiche ma sono atti che narrano la vita di un uomo, di una donna, di eventuali figli e di tutte le persone coinvolte. Spesso, noi giudici, e gli operatori, ci siamo trovati davanti a storie dolorosissime e commoventi, davanti a situazioni di sofferenza e di incapacità, ma abbiamo dovuto usare la sapienza dell’intelletto e del cuore per cercare “nel sangue” la vita per continuare ad assicurare la vita a quella “famiglia” di persone che hanno vissuto dei drammi».
PATROCINIO GRATUITO Per 48 ricorrenti il Tribunale ha concesso il patrocinio gratuito, con patrono stabile o patrono d’ufficio. Di questi, su specifica richiesta e in documentate situazioni di particolare disagio economico e sociale, accuratamente valutate dal Vicario Giudiziale, sono state concesse 17 esenzioni totali, una riduzione parziale e otto rateizzazioni. La cerimonia è stata aperta dall’Arcivescovo metropolita, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, moderatore del Tribunale, e da mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, mentre la prolusione, incentrata sul tema “La tutela dei diritti umani al servizio dello sviluppo integrale della persona”, è stata pronunciata dal prof. Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha sottolineato il collegamento tra il rispetto dei diritti umani e la pace e la giustizia.

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