ROMA Fino al 2018 a Roma c’è stata una “pax” tra camorra e ‘Ndrangheta per gestire e rifornire le piazze di spaccio della capitale, da San Basilio a Casalotti, da Ponte Milvio al Trullo. Sono due le organizzazioni che collaboravano fra loro e sono state smantellate nella vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, in collaborazione con i Comandi dell’Arma territorialmente competenti e della Guardia Civil spagnola, nelle zone della capitale, Napoli, Cagliari, Oristano, Reggio Calabria e Varese nonché in Spagna. Trentatré persone sono state indagate – fra cui 13 arrestate in flagranza – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Nei loro confronti le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio di droga, aggravate dall’uso delle armi.
Una delle organizzazioni, con a capo Vincenzo Polito e Francesco Filippone, faceva parte della ‘ndrina di Rosarno e oltre a rifornire le zone del Trullo e di Casalotti, inviavano mensilmente oltre 20 chili di cocaina in Sardegna. L’altro gruppo, con a capo i fratelli Esposito, Genny e Salvatore, riforniva le piazze di San Basilio e di Ponte Milvio, dove in particolare avevano stretto un accordo con il gruppo degli albanesi. L’organizzazione dei calabresi in particolare gestiva la cocaina mentre quella legata alla camorra si occupava dell’hashish.
I SEQUESTRI: C’È ANCHE UNA FERRARI Ci sono una Ferrari e un gommone tra i beni sequestrati nell’ambito dell’operazione “Akhua”. Grazie agli accertamenti condotti dai carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Dda di Roma, sono stati sequestrati 3 kg di cocaina, 72 kg di marijuana, 55 kg di hashish, e poi 10 kg di esplosivo, un fucile, un revolver, tre carabine, 1648 cartucce oltre alla somma di 30mila euro in contanti.
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