CATANZARO Il Movimento Cinquestelle pensa a un ricorso sulla legge elettorale. Meglio: sulla corretta interpretazione della norma che fissa all’8% lo sbarramento per entrare in consiglio regionale. L’idea di portare avanti l’iniziativa circola da giorni e al Corriere della Calabria è stata confermata da Francesco Aiello, candidato governatore del M5S.
Non ci sono dettagli sui contenuti del ricorso. Tuttavia, da fonti vicine al Movimento, si apprende che nel magma della legge elettorale calabrese, tra rimandi a norme nazionali e specificità locali, ci sarebbero dei passaggi capaci di aprire una breccia nell’univocità dell’interpretazione. In soldoni, lo sbarramento all’8% potrebbe essere messo in discussione, secondo la lettura data da alcuni esperti contatti dal M5S. La strada, dunque, pare tracciata: le Regionali 2020 potrebbero avere un seguito davanti alla giustizia amministrativa (proposito simile è stato riferito anche da Carlo Tansi, altro candidato che ha sfiorato l’8%).
LA RAPPRESENTANZA Quella dell’alta soglia di sbarramento nella legge che governa le Regionali è uno dei temi più sentiti riguardo al meccanismo elettorale assieme alla questione della doppia preferenza di genere, che si è riproposta nel corso di tutta la passata legislatura. La legge è rimasta esattamente com’era, sia riguardo allo sbarramento che rispetto alla rappresentanza di genere. Accanto a quello tecnico, però, c’è anche un tema politico: quello della rappresentanza. Complice l’alto astensionismo (che ha superato il 55%), il numero dei calabresi rappresentati è estremamente basso. A votare sono andati in 840mila su un totale di 1 milione 985mila persone iscritte alle liste elettorali (numero che comprende anche i calabresi residenti all’estero) e al milione di astenuti vanno sommati i quasi 120mila che hanno votato per Aiello e Tansi, tutti non rappresentati per via dello sbarramento fissato all’8%. Numero altissimo, dovuto a un meccanismo che i Cinquestelle proveranno a scardinare ricorrendo alla giustizia amministrativa. (ppp)
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