CATANZARO La Corte d’Assise del tribunale di Catanzaro ha confermato la pena alla reclusione per 24 anni emessa dal tribunale di Cosenza il 21 giugno del 2018 nei confronti di Angelo Brogno accusato di omicidio pulriaggravato. L’uomo, secondo quanto ricostruito nella vari fasi del processo di primo grado e di appello, all’epoca del delitto, conduceva la sua vita di pensionato in contrada Scura nell’aperta campagna del comune di Acri. Nella notte dell’8 luglio del 2016 l’uomo avrebbe ucciso, stando alla sentenza dei giudici della Corte d’Assise, la sua badante accoltellandola più volte. Una tesi a cui l’imputato si è sempre opposto, l’ottantenne infatti continua a professare la propria innocenza. Angelo Brogno ha sempre professato la sua innocenza. Nella sua versione dei fatti, infatti, l’omicidio della sua badante, di origini bulgare, non sarebbe stata opera sua ma di due persone che si sarebbero intrufolate nella casa per compiere una rapina. Brogno, però, non è stato in grado di riconoscere i due malviventi, né è riuscito ad indicarne le caratteristiche che in qualche modo potessero aiutare gli inquirenti ad identificarli. Una ricostruzione dei fatti che, tuttavia, non ha convinto né i giudici di primo grado né quelli di appello. Ad essere viceversa ritenuto più valido, stando alla sentenza del Tribunale, è stato il movente del delitto passionale. La badante bulgara non avrebbe ceduto alle avances dell’uomo il quale per queste ragioni l’avrebbe uccisa. A dare l’allarme ai sanitari del 118 quella notte fu proprio l’uomo che si accasciò in giardino, in gravi condizioni, a seguito delle ferite da arma da taglio riportate sul proprio corpo che per l’ottantenne sarebbero state inflitte dai malviventi. Ferite che però, secondo la linea del pm Donato, l’uomo invece si sarebbe cagionato, creando così tutte le condizioni per sviare le indagini nei suoi confronti. (m.p.)
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